Fotografia digitale, mercato (quasi) sull’orlo di una crisi di nervi

Pur se in crescita rispetto al 2003, rallenta in modo graduale la produzione. Le aziende tagliano le previsioni di vendita, i profitti di Canon e Nikon decollano e crollano quelli di Olympus. Il settore è sempre più condizionato da margini risicati e da una competizione esasperata

Un’altra bolla si sta gradatamente sgonfiando? Sembra che quell’oasi
incontaminata e refrattaria alle congiunture economiche, che sino a qualche
tempo fa pareva il settore della fotografia digitale, stia mostrando qualche
segno di cedimento. Per il momento non si direbbe nulla di drammatico: Nikon ha
triplicato i profitti registrati lo scorso anno, Canon li ha aumentati del 40% e
Kodak sta rapidamente guadagnando share in Europa.


Più in generale, i numeri indicano crescite del 45,2% in volume e del 36,3%
in valore tra gennaio-ottobre 2004 in riferimento al medesimo periodo dello
scorso anno (il dato è fornito da Camera & Imaging Products Association,
iniziativa che riunisce tutti i costruttori di fotocamere giapponesi e una serie
di aziende legate al mondo del digital imaging, tra cui Adobe, Kodak, Hp,
Lexmark, Pixology e Samsung).


Tuttavia, analizzando un po’ in dettaglio i dati relativi al settore sembra
ci si stia avvicinando al primo livello di attenzione. I report mensili di Cipa
denotano un costante calo nella produzione che nel periodo dallo scorso marzo
2004 ha lasciato sul terreno circa 30 punti percentuali rispetto al numero di
digicamere realizzate nei primi dieci mesi del 2003. È pur vero che si parla di
48,5 milioni di pezzi contro 33,4 milioni, però il trend è evidentemente in
calo.
E un primo campanello di allarme è arrivato da Sanyo (il primo
produttore mondiale di fotocamere digitali, in virtù di numerosi accordi Oem),
Canon e Nikon: tutte e tre le aziende hanno ridotto in modo sostanziale le
previsioni di apparecchi venduti quest’anno (del 25% la prime e del 15% le altre
due).


Gli analisti, che come sempre si sono messi prontamente la lavoro per cercare
di motivare quanto sta accadendo, hanno evidenziato un deciso rallentamento del
mercato giapponese che si è immediatamente ripercosso sul settore. Va però
notato che anche il resto del mondo ha ridotto di circa il 50% la proprio
velocità di assorbimento delle fotocamere prodotte. 


Pur suffragata da prove concrete, la giustificazione addotta dagli analisti
però non sembra fotografare nel modo più corretto (o completo) la situazione del
settore. Infatti, tra i produttori c’è chi punta il dito su un calo deciso dei
prezzi e su una competizione ormai a livelli quasi non più sostenibili, che
starebbero obbligando a scelte più oculate nella produzione. Se non addirittura
a rivedere in toto le proprie strategie, come nel caso di Olympus. Infatti chi
gioisce deve dire grazie alle vendite delle reflex o delle compatte di fascia
alta, prodotti per i quali ha ancora senso parlare di margine.


Quel paradiso che per tutti gli operatori era il mercato della fotocamera
digitale per qualcuno si è già trasformato in un purgatorio (e quel qualcuno sta
pensando a drastiche riorganizzazioni per risanare il bilancio). C’è anche chi
vanta profitti molto lusinghieri e definisce il settore in ottima salute, ma poi
taglia le previsioni di vendita.


Insomma, i numeri ci sono ancora e il settore per molte aziende è ancora
fonte di buone soddisfazioni. Ma all’orizzonte sembrano profilarsi le prime
nuvole. Che sono figlie di un mercato in cui ormai la miriade di prodotti al di
sotto dei 5 megapixel, l’attuale consumer, è più un passaggio obbligato
piuttosto che un elemento strategico (sono i due terzi della produzione ma
fatturano solo poco più della metà del globale) e dove la vera battaglia si
gioca sui prodotti di fascia più alta.

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