Figlio di papà? No, grazie

Nell’azienda del padre ha la responsabilità della gestione degli acquisti, ma la vera difficoltà sta nel confrontarsi con il mercato illegale

Settembre 2003,
Ha i modi gentili e un po’ timidi del padre Roberto Cutrignelli, mentre
parla del suo ingresso nell’azienda di famiglia oltre quattro anni fa.
Ora di anni ne ha ventinove e da un paio di mesi è sposato con la ragazza
con la quale ha convissuto per tre anni, cosa strana per chi nasce al Sud. «Ho
sempre gravitato a stretto contatto con la realtà di Digits. Ora, come
responsabile di tutti gli acquisti della società, posso dirmi soddisfatto
delle mie scelte, come quella di non proseguire gli studi in Scienze Politiche,
dopo il diploma di ragioneria come programmatore». Figlio unico, una passione
per l’informatica trasmessagli dal padre, non sembra aver avuto dubbi
sulla strada da imboccare. «Sarebbe stato sciocco lasciarsi sfuggire l’occasione
di lavorare in Digits. E poi con mio padre vado molto d’accordo, forse
perché ci occupiamo di cose diverse. Dal canto mio, curo gli approvvigionamenti
e i rapporti con i fornitori, 25-30 in tutto, quelli con i quali abbiamo rapporti
diretti o riconosciuti, mentre altrettanti sono gli Oem. Passo la maggior parte
del mio tempo a pianificare dall’ufficio acquisti e azioni di marketing
con i vendor. Il neo di queste attività è il doversi confrontare
tutti i giorni in un mercato dominato da fenomeni di illegalità contro
i quali possiamo fare poco o nulla. Mi riferisco all’evasione fiscale
alla quale molti operatori improvvisati fanno ricorso riuscendo ad avere i nostri
stessi prodotti, pur non acquistandoli direttamente dal vendor, a prezzi decisamente
inferiori. E poi c’è la spina nel fianco della Consip, che decide
a monte il prezzo del prodotto e molto spesso anche quello del servizio da erogare.
Se a questo genere di competizione sommiamo quella della Gdo i conti sono presto
fatti. Ma Digits ha scelto di investire su se stessa. Per questo abbiamo acquisito
il cash & carry di Opengate, ci siamo portati in casa il marchio LaCie e
abbiamo stretto ulteriormente le partnership con D-Link ed Epson». È
serio mentre parla Roberto Cutrignelli, talmente serio che dimostra più
dei suoi anni. «Essere figlio unico ha i suoi vantaggi, ma le responsabilità
sono tante. Con ciò, non condivido la mentalità del Sud, un po’
troppo fatalista. Nessuno sceglie per noi. E non si può attendere che
l’aiuto caschi dall’alto».

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