I sistemi FTTB di Zte portano i 100 Mb alle palazzine ecocompatibili del capoluogo abruzzese. L’insediamento è quindi “Next Generation” sia per gli edifici, sia per le reti.
La necessità di cablare l’Italia in fibra ottica per aumentare la produttività del sistema-Paese è un argomento sempre più frequentemente dibattuto, ma per molti motivi i piani in questa direzione non si avviano mai. Curiosamente spesso mancano le informazioni sui progetti pilota annunciati in tal senso.
Recentissimo è invece l’esempio di rete in fibra sul suolo italiano installata nei 4.600 appartamenti del progetto Case di L’Aquila, gli appartamenti costruiti a tempo di record e consegnate alle popolazioni terremotate. L’impianto telematico è frutto di una nuova collaborazione tra Telecom Italia e la Zte, secondo un ampio piano comune iniziato già nel 2007.
La scelta di dotare proprio queste abitazioni della NGN -next generation network- rientra in un più ampio modello di case del futuro, visto che le nuove reti consentono un risparmio energetico che può giungere fino al 60% rispetto alle soluzioni attuali: d’altronde l’acronimo Case sta per “Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili”.
“Il popolo cinese è molto sensibile verso i disastri naturali”, ha detto Fabio di Marco, Direttore Marketing di Zte Italia, “per cui l’azienda che rappresento è stata ben lieta di investire in apparecchiature proprio a L’Aquila. L’iniziativa, denominata l’Aquila Ultrabroadband Project, fa parte del progetto NGN di Telecom Italia, già iniziato in alcuni siti scelti tra Roma e Milano.
La collaborazione di Zte all’impianto dell’Aquila non è un semplice aiuto, né solo una dimostrazione di fattibilità del FTTx. I 100 Mb, infatti, sono impiegati per la sperimentazione di nuovi servizi che li giustifichino in vista d’un vero mercato ad alta velocità: non solo IpTv e teleconferenza, ma anche telesorveglianza efficace e molte altre proposte rese possibili dalle tecnologie di nuova generazione.
Nelle fibre ottiche le aziende cinesi sono avvantaggiate rispetto ai concorrenti europei e statunitensi.
L’enorme bacino di popolazione mette a disposizione un elevatissimo numero di ingegneri, secondo modelli di business diversi da quelli della classica imprenditoria libera. “Nella fotonica servono molti ingegneri: parecchie migliaia, quando non decine di migliaia”, ha detto il manager di Zte, “e il sistema-Paese Cina può metterli a disposizione”. Senza contare che gli apparati orientali, non dovendo avere a che fare con una base installata, sono completamente riprogettati ed ottimizzati, con una riduzione del numero di dispositivi necessari al servizio completo.