Feltrinelli, Ibs, Mediaworld: l’ebook si vende così

A Ebook Lab Italia tavola rotonda con tre protagonisti del mercato italiano degli ebook. Insieme fanno il 70% delle vendite di libri elettronici nel nostro Paese.

Nel corso della prima giornata dei lavori di Ebook Lab Italia, la tavola rotonda pomeridiana ha visto sul palco Fernando Mantovani, responsabile del business online di Feltrinelli, Mauro Zerbini, amministratore delegato e direttore generale di Ibs, e Maurizio Motta, direttore generale di Mediaworld, riuniti per cercare non solo di fissare il punto sulla situazione attuale, ma di delineare i percorsi evolutivi nelle strategie di vendita degli ebook.

-Mantovani sgombera il terreno dai possibili equivoci: ”Sebbene siamo in presenza di un comparto in piena evoluzione, la percentuale di ebook venduti fino a oggi è risibile rispetto al totale dei libri venduti”.
Nondimeno, questo va detto, il numero dei titoli disponibili in formato elettronico è in continua crescita, tanto che il manager parla di un catalogo di 8600 libri disponibili in lingua italiana.
Per Mantovani, tuttavia, non è solo una questione di numeri, ma di ambienti e di approccio.
”Oggi i lettori si muovono tra spazi fisici e digitali, hanno a disposizione diversi formati di punti vendita nei quali effettuare i loro acquisti. Per questo motivo, dopo aver portato gli ebook sulla piattaforma online Feltrinelli.it, stiamo pensando alle possibilità di coniugare dispositivo e ambiente software”.
Concretamente questo significa presenza trasversale dell’utente in ambienti diversi, attraverso la creazione di un account personale che ”consenta di accedere alla propria libreria personale in ambienti, contesti e dispositivi differenti”.
Un ambiente – una interfaccia, è l’idea di Feltrinelli, che pensa alla libreria virtuale come a un ambiente di fatto creato e personalizzato dall’utente stesso, al quale accedere in modalità single sign on, in un’ottica di relazione riconosciuta.
In prospettiva cambieranno anche i modelli di offerta, per ora limitati alla sola modalità à la carte.
Abbandona per un attimo le visioni futuribili, Mantovani, con il suo richiamo finale: ”Attenzione quando si parla di proliferazione di piattaforme. Più piattaforme significano più investimenti e gli investimenti richiedono, poi, un payback”.

Dal canto suo, Maurizio Motta cerca di tracciare un primo consuntivo e racconta di un business plan per la vendita di erader steso nel mese di aprile del 2009 e di un decollo lo scorso anno, quando dai 600 lettori al mese le vendite sono salite a 900, fino a triplicare, tanto che alla fine dello scorso anno MediaWorld dichiara di averne venduti circa 30.000.
”Contestualmente è partita la vendita di ebook in una sezione dedicata del nostro sito: 6500 titoli disponibili e 190 gli editori presenti. Abbiamo poi aggiunto le card, come quelle già in uso per scaricare musica”.
Secondo Motta, però, se è vero che l’interesse c’è, è altrettanto vero che non mancano i problemi.
Con gli ereader, ad esempio.
”Il driver per la vendita di lettori è il brand. Ma devo dire che a parte Sony mancano brand riconosciuti nel comparto. Nel contempo, però, si sviluppano altre piattaforme, come i tablet, che svolgono una funzione anche nella lettura dei libri elettronici”.
Così, proprio in considerazione delle evoluzioni in corso, Motta è convinto che quest’anno le politiche di MediaWorld nella vendita di ereader non cambieranno (”Credo che terremo in assortimento da tre a sei lettori”), mentre molto cambierà sul fronte tablet: ”Ai tablet destineremo otto metri lineari sul punto vendita, con 20-25 modelli disponibili”.
Per Motta, però, l’interesse dei consumatori non è condizionato dai tablet (”Del resto non è certo l’applicazione per la lettura degli ebook quella più scaricata dai possessori di tablet. Anzi, si colloca forse in decima posizione), quanto alla disponibilità di ebook. ”In questo momento parliamo di un prezzo medio di 7 euro, in decisa discesa e di una media di due ebook e mezzo per ordine, con pagamenti effettuati per il 50% nei casi attraverso le card”.
E se ci sono quei rarissimi clienti che spendono oltre 500 euro l’anno in ebook, il 79% degli utenti spende in media 30 euro l’anno.
Del tutto contrario è infine Motta quando qualcuno ipotizza la possibilità di regalare il device a fronte di subscription al servizio. Cosa del resto ipotizzata sul fronte Amazon. ”tenendo sempre presente che nessuno fa niente per niente, per poter aver senso un’operazione del genere, ci vuole la certezza che l’utente acquisti almeno 50 libri in un anno. Ma un libro elettronico non è un file musicale. Se Amazon lo farà, lo farà o perché è costretta da logiche di concorrenza, o perché guadagnerà su altro”.

Del tutto concorde sul tema della qualità degli ereader è anche Mauro Zerbini di Ibs.
”Quanti ereader in più avrebbe venduto Sony se ne avesse avuti a sufficienza a Natale”.
Battute a parte, Zerbini punta il dito sull’asincronia tra hardware e contenuti che, a suo avviso, ha finora frenato lo sviluppo del comparto: ”Chi produce ereader e chi produce contenuti per troppo tempo si è posto in una posizione di attesa, aspettando ciascuno che si sviluppasse per prima l’altra parte. Invece l’esperienza di Apple con iPad ci ha mostrato quanto è importante acquistare e scaricare in mobilità”.
Oggi la situazione è decisamente più dinamica e gli editori, ”sebbene in modo ancora molto prudenziale”, accelerano nel rilascio di titoli, tanto che l’offerta è passata nell’arco di 8-9 mesi da 400 a 8000 titoli.
”Già questa offerta giustifica l’acquisto di un ereader: la soglia critica è stata raggiunta. Per questo credo sia ora di muoversi in modo più strutturato”.
Per Ibs la strategia passa attraverso la disponibilità di un ereader a marchio proprio, Leggo Ibs, e una serie di iniziative in fase di definizione.
”In realtà Leggo Ibs va intesa come un ombrello sotto il quale faremo rientrare prodotti e servizi per la lettura. Partiamo con il lettore, sviluppato da PocketBook e dotato di Sim Tiscali per poter scaricare i libri direttamente sul device, al quale faranno seguito le applicazioni per iPad e Android, delle quali parleremo tra quale settimana, e ulteriori servizi, dalle aree di lettura ai forum di discussioni, a tutto quanto potrà essere integrato in futuro”.
Sul prezzo degli ebook Zerbini è tassativo e anche provocatorio: ”Il prezzo deve essere proporzionato al valore che l’utente dà al libro elettronico. E un ebook non è fatto per essere conservato, ma per essere consumato. Un ebook non si conserva, non si tramanda. Un ebook non sostituirà mai un libro fisico: è un oggetto diverso e la sua commercializzazione deve essere affrontata con logiche differenti”
Infine, un’ultima tirata di orecchie Zerbini la destina a chi realizza le edizioni elettroniche dei libri: ”Ci vuole maggiore attenzione alla qualità. Vedo troppi ebook malfatti, realizzati con scarsa scura nei caratteri, nei margini, nelle impaginazioni. Manca la cura che si dedica invece ai libri cartacei. Ma senza questa cura l’ebook non decollerà mai”.

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