Federcomin chiede misure di sostegno all’Ict

L’Italia crescerà dell’8,1% nel 2002, con tassi a due cifre dal 2003. Ma il settore va aiutato, eliminando tasse e favorendo la diffusione delle nuove tecnologie.

La crescita del mercato europeo dell’Ict si presenta soddisfacente. I tassi restano positivi (del 6,0% nel 2001 e del 6,3 nel 2002), e saliranno in misura più sensibile negli anni successivi (+7,4% nel 2003 e +9,2% nel 2004). In Italia le cose andranno ancora meglio con tassi di incremento dell’8,7% dell’8,1% per il 2001 e 2002, e aumenti di nuovo a due cifre per il biennio successivo: +11,2% e +13,5%.
Questo è lo scenario delineato l’11 dicembre da Federcomin, l’associazione confindustriale del settore telecomunicazioni, informatica e radiotelevisione, nel corso dell’assemblea annuale che si è svolta presso la Camera dei Deputati alla presenza di molte autorità politiche e di governo.

Due aree di crescita
Possibili aree di crescita del giro di affari, secondo Federcomin, sono nella domanda di banda larga, prevista in aumento fino a 2,3 miliardi di euro al 2005, con un recupero del ritardo rispetto all’Europa, e nella comunicazione per la sicurezza. Comprendendo in quest’ultima la videocomunicazione (per la richiesta di maggiore sicurezza personale e per contenere i costi di viaggio), la telesorveglianza (come sicurezza delle infrastrutture) e l’entertainment (ossia come “voglia di casa” e offerta di pay tv). Federcomin stima che nel 2005 la spesa in soluzioni legate alla It security supererà i 1.500 milioni di euro.
Il presidente di Federcomin, Alberto Tripi, ha sottolineato che il settore Ict, pur in una clima di incertezza dell’economia mondiale, continua ad espandersi anche durante i periodi di crisi economica e ha colto l’occasione della presenza di ministri e politici per avanzare alcune richieste del settore.

Le richieste del settore
Innanzitutto, quella di dedicare un canale della futura televisione digitale terrestre alla diffusione di programmi educativi e di aggiornamento tecnologico, usando da subito un canale televisivo satellitare. Inoltre, che sia incentivato l’aggiornamento tecnologico con iniziative che favoriscano la diffusione del computer e l’uso di Internet, mediante agevolazioni fiscali. A questo proposito Alberto Tripi ha detto che nella legge Finanziaria per il 2002 il settore Ict non ha trovato il posto che gli compete, nonostante il suo ruolo di traino dell’economia italiana e ha avanzato quattro proposte sulle telecomunicazioni, “indispensabili per rimuovere criticità e anomalie, note ormai da tempo”:
1) sul regime fiscale applicato alla telefonia mobile: abolizione della tassa di concessione governativa; detrazione totale delle spese per acquisto e uso dei prodotti sia per l’Iva sia per l’Irpef/Irpeg; eliminazione del contributo a carico dei concessionari;
2) sull’inquinamento elettromagnetico, si chiede di non abbattere ulteriormente gli attuali limiti e soprattutto di impedirne l’ingiustificata modifica da parte delle autorità locali;
3) sui finanziamenti per il settore Federcomin esprime l’insoddisfazione per come è stata gestita, nella precedente finanziaria, l’assegnazione del 10% dei proventi della gara per l’Umts (circa 2.600 miliardi) perché solo una quota minoritaria del fondo dei 2.600 miliardi è stata effettivamente destinata al settore;
4) sul nuovo quadro normativo comunitario chiede che i lavori del Consiglio dei Ministri Ue impediscano il sostanziarsi di “impianti normativi” eccessivamente rigidi per un mercato ormai maturo e concorrenziale quale quello delle telecomunicazioni mobili.
5) infine, per le telecomunicazioni fisse, Federcomin chiede che vengano rimosse barriere ed ostacoli per una larga diffusione delle reti a banda larga in tutto il Paese, evitando l’applicazione di oneri civici differenziati sul territorio da parte delle amministrazioni locali e assicurando una parità di trattamento al cittadino sul territorio stesso.
Per altre informazioni rivolgersi a:
Federcomin:www.federcomin.it

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