Fare più storage con meno hardware

Virtualizzazione e consolidamento permettono alle aziende di acquistare meno attrezzature. Nei prossimi anni più software e servizi

Nonostante una continua e generalizzata espansione del volume dei dati all’interno delle imprese, generata dalla maggiore complessità delle applicazioni e dalla proliferazione di contenuti di ogni genere, nel comparto delle tecnologie di storage per il mondo aziendale c’è un settore che soffre di una contrazione delle vendite: quello dell’hardware. Dati e previsioni giungono dalla società di ricerche Idc, che presenta trend a livello europeo ma poi declinabili con i relativi numeri anche nel nostro paese, per fotografare una situazione che riguarda, più nel dettaglio, le soluzioni di storage su disco.

Il mercato italiano dei disk storage system sta, in effetti, attraversando un periodo di profonda crisi che, come evidenziano le rilevazioni, ha avuto inizio proprio in concomitanza con l’emergere della crisi economico finanziaria del 2008. Le rilevazioni (si vedano grafici in basso) mostrano, infatti, come negli ultimi quattro trimestri i tassi di crescita, tanto delle unità vendute quanto delle relative revenue, siano sempre stati negativi, con picchi che hanno sfiorato un -34% anno su anno nel corso del primo trimestre del 2009.

«Va comunque sottolineato – precisa Sergio Patano, senior research analyst di Idc Italia – che tali dati non sono solo da imputare al taglio degli investimenti, ma anche e soprattutto ad altri due fattori. Il primo è di natura tecnologica: virtualizzazione e consolidamento sono in sostanza pratiche ormai in uso all’interno dei dipartimenti It e comportano, di conseguenza, una minore necessità di ricorrere all’acquisto di nuovo hardware quando arriva il momento della sostituzione, per l’aggiornamento del parco macchine installato. Il secondo fattore riguarda invece l’attenzione verso gli acquisti It: i Cio sono, infatti, diventati molto più attenti alla riduzione dei costi e delle inefficienze all’interno del dipartimento, e tale maggiore attenzione si manifesta anche in fase di acquisto».

Dati in espansione inarrestabile

Quali sono però attualmente i rischi reali e i problemi più grandi da affrontare per la maggior parte delle aziende? E quale percezione hanno i responsabili dei sistemi informativi dell’importanza di salvaguardare la conservazione dei dati di business tramite adeguati sistemi di memorizzazione? «Il rischio più importante che i Cio devono affrontare – risponde Patano – continua a essere la costante crescita dei dati, connessa soprattutto all’archiviazione delle e-mail, al file sharing, al data archiving, alle elaborazioni dei sistemi Erp e alle attività di data protection e disaster recovery. È, infatti, l’aumento delle capacità di storage la priorità che viene segnalata per i prossimi dodici mesi da un campione di oltre 1.300 Cio intervistati a livello europeo. E tale voce è anche l’unica a far registrare una crescita rispetto allo scorso anno, risultato che sottolinea ancor di più come il problema della proliferazione e duplicazione delle informazioni rappresenti in ambito storage la questione più sensibile per i Cio europei».

Fra le maggiori tendenze tecnologiche attualmente da sottolineare nel comparto storage, la parola “servizio” sta rivestendo un ruolo sempre più rilevante. «Sicuramente l’anything as a service è una delle tematiche più calde in questo momento, in quanto consente alle imprese, soprattutto quelle di grandi dimensioni, di poter fruire da remoto e in tempo reale delle capacità di calcolo o di archiviazione di cui hanno necessità. Ma soprattutto di poter pagare solo ed esclusivamente in funzione di quello che effettivamente utilizzano. In questo modo l’infrastruttura It si è liberata dalla necessità di sovra strutturarsi, mantenendo al contempo la capacità di rispondere a picchi di lavoro o a eventuali espansioni future».

In maniera simile, commenta l’analista di Idc, un’altra tendenza chiave che va profilandosi è la diffusione della virtualizzazione in ambito server, che porterà a nuove architetture di storage e di sistema. «La virtualizzazione dei server influenzerà positivamente la vendita di architetture ibride server/storage/network» dice Patano, facendo l’esempio di soluzioni come i BladeSystem Matrix (di Hp), in cui queste risorse convergono. Non solo: le tecnologie di virtualization stimoleranno anche l’espansione del comparto delle Storage area network (San) Fibre Channel; la crescita dei sistemi di storage basati su iScsi e la forte adozione di sistemi Nas (Network attached storage) nelle grandi imprese.

Storage as a service

L’analisi sullo stato attuale del settore permette a Idc di tracciare un quadro dell’evoluzione del comparto in Italia anche per i prossimi tre anni. Per prima cosa, le vendite relative all’hardware, e in particolare ai sistemi di storage su disco, sono previste ancora in contrazione: dovrebbero scendere dai 336,8 milioni di euro di quest’anno ai 325,2 del 2011, per ridursi ancora a 321,6 milioni di euro nel 2012. A questa diminuzione si contrappone una crescita del software per la gestione dello storage, che passerà dai 211 milioni di euro di quest’anno a 216, nel 2011, e poi a 223 milioni di euro (2012). In realtà, l’area più in crescita è quella dei servizi di storage: qui si prevede di arrivare a 921,8 milioni di euro quest’anno, che diventeranno 943,5 nel 2011 e 970,9 nel 2012.

La crescita del software di storage, spiega Patano, «sarà guidata dai processi di ottimizzazione e di reduplicazione. L’ottimizzazione e il disaster recovery faranno da driver per i prossimi anni. In aggiunta a questi vi sarà poi la diffusione di nuovi modelli di delivery, come lo Storage as a service che sosterranno la crescita di questo mercato».

L’ottimizzazione del parco di storage esistente è un driver anche per quanto riguarda il mercato dei servizi legati alle attrezzature di memorizzazione, in quanto le imprese puntano a posticipare il più possibile l’investimento in nuovo hardware. «La diffusione delle tecniche di virtualizzazione dei server fornisce una grande opportunità per il mercato dei servizi di storage, in quanto le imprese devono trovare il modo di aggiornare le tradizionali procedure di sicurezza esistenti sui server fisici, estendendole anche ai server virtuali».

Infine, sul versante delle attrezzature di memorizzazione, gli hardware vendor potranno avere maggiori opportunità di crescita offrendo soluzioni chiavi in mano in grado di combinare in un unico pacchetto capacità di calcolo, connessioni di rete e soluzioni di storage.

In sintesi dunque, l’evoluzione è verso un insieme di tecnologie che puntano a rendere flessibili le infrastrutture di storage in rapporto alle mutevoli esigenze del business, riducendo il più possibile i costi di gestione dei data center aziendali. Inoltre, lo sviluppo dei processi di consolidamento e virtualizzazione sta riducendo il peso della componente hardware.

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