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Fare musica ovunque e alla portata di tutti

IK Multimedia ha la sua sede principale a Modena, nell’area est della città, in una tranquilla strada che si chiama Via dell’Industria, dove attualmente di industria, a causa della crisi economica, ne è però rimasta ben poca: molte delle aziende e delle fabbriche che c’erano numerose fino a qualche anno fa hanno chiuso. Il primo dato che ci sembra importante sottolineare è proprio questo: rispetto al momento difficile delle imprese del nostro Paese, questa azienda spicca per essere in controtendenza: una realtà tutta italiana in continua crescita sul mercato, soprattutto internazionale, con un’età media di chi ci lavora molto bassa.
IK Multimedia nasce nel 1996, come ci spiegano Tiia Hassinen e Fabrizio Testa – rispettivamente Sales & Marketing Operations Manager e Sales Director della società – da un’idea di Enrico Iori, CEO di IK Multimedia, e all’inizio, con solo due o tre addetti, si occupava di multimedia, soprattutto produzione di Video CD e presentazioni multimediali (queste radici sono rimaste nel nome).
Ma la passione per la musica, che ancora attualmente accomuna tutti quelli che lavorano in questa azienda, spinge in una direzione diversa e a un cambio di passo: nasce così il primo prodotto software targato IK Multimedia, Axe, una groove machine sviluppata con Director che poi si evolverà in GrooveMaker, che è stato il primo vero trampolino di lancio del marchio; quindi, alla fine degli anni ‘90, arriva T-RackS, software di processamento audio e mastering. L’attività prosegue a ritmi intensi e tra 2001 e 2002 escono altri due prodotti di rilievo del catalogo di IK Multimedia: SampleTank, workstation musicale basata su campioni, e AmpliTube, software di modellazione di amplificatori ed effetti per chitarra. La storia però è appena cominciata. Queste sono state le prime pietre miliari della software house, a loro volta evolutesi nel tempo, in alcuni casi in vere e proprie linee di prodotti.


Dal desktop al mobile
Nel 2009, come sottolinea Fabrizio “un po’ per gioco un po’ per scommessa”, in IK Multimedia pensano: proviamo a vedere come GrooveMaker gira su iPhone. L’esperimento va benissimo, oltre le aspettative: il numero dei download sorprende gli stessi creatori dell’App, che decidono di dare un seguito all’idea. E questa è una nuova partenza che porta ai numeri attuali di un successo formidabile che parte dal software desktop per arrivare all’App Store con App per iOS fino a, recentemente, accessori hardware per iPad, iPhone e iPod touch. Il secondo prodotto che viene portato su iOS è AmpliTube, a cui può essere associato l’interfaccia iRig. In realtà non è questa la prima “incursione” della software house in ambito hardware: IK Multimedia aveva già proposto interfacce e controller audio, alcune ancora in catalogo, quali StealthPlug, StealthPedal e Stomp I/O. L’adattatore iRig per iPhone, iPod touch e iPad viene progettato con l’obiettivo della massima semplicità d’uso e ottiene un successo che Fabrizio non esita a definire “stellare”, con oltre mezzo milione di pezzi venduti nell’arco di poco più di un anno. AmpliTube per iPhone (e poi la versione per iPad) e iRig aprono per IK Multimedia le porte di un mondo nuovo e vastissimo.
Sul mercato internazionale, un grosso aiuto è venuto dalla stessa Apple, che evidentemente ha creduto nel potenziale dei prodotti IK e che, tra l’altro, ha dato loro un’enorme visibilità con una pubblicità indiretta. Tra il 2010 e il 2011, infatti, in un video pubblicitario per l’iPad (iPad is Electric), lanciato negli USA e in altri mercati e proiettato anche durante eventi molto popolari, come ad esempio il Super Bowl o le più importanti partite di calcio nel Regno Unito, sul tablet della Mela per qualche istante era visibile proprio AmpliTube, ed è bastata quella manciata di secondi a fare impennare i contatti, le richieste di informazioni all’azienda e le stesse vendite.
Alla domanda se i rapporti di collaborazione con Apple sono buoni e se sono soddisfatti di iOS e di App Store come piattaforme di sviluppo e distribuzione, ci rispondono quindi senza esitazione: “La collaborazione con Apple è ottima sotto tutti i punti di vista. Siamo sicuramente soddisfatti della piattaforma e del metodo di distribuzione delle App. Al momento iOS è l’unico sistema operativo mobile che garantisce prestazioni ottimali per music creation”.

Un successo internazionale
IK Multimedia è riuscita ad affermarsi nel settore audio a livello mondiale, in un mercato che si sta allargando a vista d’occhio, con i prodotti per iPhone che si vendono, ci raccontano Tiia e Fabrizio, anche in realtà inaspettate, come l’Iran o la Thailandia.
Un altro grande nome a cui l’azienda deve molto, anche per la visibilità, è sicuramente Fender. La collaborazione tra le due aziende ha permesso a IK Multimedia di finire nelle pubblicità Apple sulle pagine di giornali come il Times o il Wall Street Journal.
Contributi importanti, certo, molto significativi per far conoscere i prodotti ma, per quanto riguarda la loro diffusione, “mi sento di poter dire che l’80% del risultato è comunque frutto del nostro lavoro – sottolinea Fabrizio. Ora stiamo puntando molto sui social network, una realtà in forte crescita: tra di noi ci sono persone che a tempo pieno si occupano di gestire la presenza dell’azienda su Facebook, Twitter, gli altri maggiori network e i forum, a cui diamo un grande valore. Quasi tutto il lavoro informativo e la comunicazione con i nostri clienti avviene online. Partecipiamo anche ad alcune fiere, proprio in questi giorni ne stiamo tenendo una con Orange, e a eventi specifici. I workshop sono stati utili e il contatto diretto lo è tuttora per i prodotti desktop e per vincere alcune diffidenze, come quelle di molti chitarristi, che sono tendenzialmente scettici rispetto ai computer, ma che lo sono però molto meno nei confronti dell’iPhone, che in realtà è anch’esso un computer ma non sembra tale. L’accoppiata AmpliTube per iOS e iRig è stata più facile da far accettare”.
Questo aspetto ci viene confermato anche da Davide Barbi, CTO di IK Multimedia sin dalla sua fondazione: dispositivi come l’iPhone e l’iPad riescono a vincere, come dicevamo, con molta più facilità le diffidenze di alcune categorie di musicisti nei confronti delle tecnologie informatiche. Ma, ci spiega ancora Davide, adattare i software ai dispositivi mobile e alla loro inferiore capacità computazionale non è stato affatto facile: non è stato possibile fare semplicemente il porting delle applicazioni ma si è reso necessario un impegnativo e attento lavoro di reingegnerizzazione, uno sviluppo nuovo partendo praticamente da zero, cercando di mantenere un livello qualitativo alto, proporzionalmente alle possibilità della piattaforma. Una delle differenze principali in termini di prestazioni, tra la piattaforma desktop e quella mobile, è, ad esempio, che la prima consente di eseguire numerosi task in parallelo, i dispositivi mobile molto meno.

Ricerca e sviluppo
Passare dallo sviluppo desktop a quello mobile, ci spiegano “È stato un passaggio naturale in senso generale, ma tecnicamente è stato (quasi) come ricominciare da zero. Il motivo sta nel fatto che tutti i nostri prodotti software per Mac si basano su motori DSP proprietari molto sofisticati che hanno richiesto un lavoro di re-ingegnerizzazione specifico per la diversa piattaforma. Nel caso, ad esempio, di AmpliTube tutto il lavoro di analisi e studio che viene fatto sugli amplificatori o sugli effetti originali è stato riutilizzato al 100%, mentre la parte del codice DSP per implementare il modeling è stata, come detto sopra, riscritta e re-ingegnerizzata”.
“Sin dagli inizi abbiamo sempre avuto come nostra filosofia – ci spiega Davide Barbi – quella di dare a chiunque la possibilità di suonare, e sviluppiamo questa nostra linea guida in tutte le linee di prodotti, plug-in, applicazioni, hardware. Tecnologia alla portata di tutti, e questa filosofia vale ancor più nell’ambito mobile, in cui semplicità ed ergonomia assumono un valore ancora maggiori”.
Interessanti le considerazioni personali che Davide fa su iPad e iPhone: vede l’iPad come piattaforma musicale molto promettente, in futuro in grado anche di sostituire i rack di effetti (molti preferiscono già ora suonare con SampleTank su iPad, ci racconta); l’iPhone è a suo parere più promettente a livello personal, ad esempio per lo studio. “Stiamo notando che sviluppare le stesse App per iPad e iPhone è una cosa che aveva più senso all’inizio di questa rivoluzione; oggi, è forse più sensato sviluppare App specifiche per il tipo di utilizzo diverso che si fa di un iPhone o di un tablet”.
Per il futuro, ci dicono, “il nostro progetto segue la nostra linea di principio, ed è quello di continuare a supportare chi suona, canta, chi sta imparando a farlo, o chi si vuole anche solo avvicinare, attraverso strumenti sempre più alla portata di tutti e semplici da usare”.
Quando chiediamo se gli utenti delle App per iPhone e iPad siano principalmente professionisti del settore o semplici appassionati, ci rispondono: “Come avviene per la parte Mac, anche su iPad e iPhone i nostri utenti si dividono fra appassionati e professionisti”.


Francesca Gaudenzi
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