Facebook, il pericolo viene dall’interno

Kaspersky mette in guardia le aziende. L’utilizzo dei social network da parte dei dipendenti può essere pericoloso

L’utilizzo dei social network dilaga anche nelle aziende. Con qualche problema di sicurezza come conferma questa nota di Kaspersky, società specializzata nella sicurezza, che ricorda come


l’eccessiva libertà e la non regolarizzazione di ciò che andrebbe (o non andrebbe) pubblicato all’interno di una community come Facebook, Linkedin o altre “è terreno fertile per tutte quelle attività illecite legate al furto di identità, di informazioni confidenziali e di dati sensibili in genere. Attività che, escluse le eventuali vulnerabilità agli attacchi mirati a rubare le informazioni mediante hacking presenti sui siti ospitanti, sono favorite da un uso errato da parte degli utenti finali, più che da vere e proprie azioni estorsive dei cyber criminali”.


Più che l’incallito criminale è l’utente inesperto o sbadato a mettere a rischio i dati aziendali.


L’esposizione, prosegue Kaspersky, coinvolge non solo gli utenti finali in se, ma, di riflesso, anche le aziende per le quali lavorano. In uno studio condotto negli Stati Uniti, si rende noto che il 34% delle compagnie sulle quali è stato condotto hanno riscontrato una fuga di informazioni sensibili, attraverso i social network ai quali erano iscritti i propri dipendenti. Il 45% dei responsabili della sicurezza It è molto preoccupato sul furto di informazioni attraverso l’errata condivisione di queste sui social network.


Sempre negli Usa, nel mese di giugno di quest’anno, il 17% delle compagnie con più di 1000 impiegati ha investigato sulla possibile fuga di informazioni attraverso i social network; il 10% ha sanzionato almeno un impiegato per aver violato le policy aziendali su di essi, e l’8% ha licenziato un dipendente per la stessa ragione. Agli inizi del mese di agosto, il corpo dei marines degli Stati Uniti ha ufficialmente proibito l’utilizzo di social network ai propri dipendenti.


Un sondaggio condotto da careerbuilder.com ci offre un’altra visione della situazione. Secondo questo sondaggio, il 45% delle aziende tenterebbe di guardare le pagine Facebook dei candidati all’assunzione per le proprie posizioni aperte, raddoppiando così la percentuale del 22% emersa dallo stesso sondaggio appena un anno fa. Il 29% dei manager interpellati ha dichiarato di guardare i profili Facebook per farsi un’idea di come siano i candidati lontani dal lavoro, mentre il 26% darebbe invece un’occhiata a LinkedIn, social network più professionale, dove reperire maggiori informazioni sulla carriera e sulla formazione del candidato. “Qualsiasi sia l’accezione che si vuole dare a queste informazioni, è innegabile che chiunque, seppur per scopi in un certo qual modo benigni, può utilizzare i social network per operare una sorta di invasione della privacy”.

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