Facce ridens

1,6 milioni di persone che rinunciano volontariamente alla privacy.

Pare che da qualche mese a questa parte l’Italia abbia scoperto Facebook.

Nell’ultimo anno il network meno professionale ma più sociale del mondo ha registrato un boom di iscrizioni di nostri connazionali.

Si parla di 1,6 milioni di iscritti. Il fenomeno effettivamente c’è: basta andare in giro e non si sente parlar d’altro. Molti si stanno iscrivendo e ne sfruttano le capacità di far gruppo (o rifarlo) fra amici.

Funziona e c’è anche un effetto che va oltre il mero farne parte, una sorta di abbattimento dei gradi di separazione. Provato sul campo: per far incontrare cinque amici di vecchia data non è necessario che tutti siano su Facebook.
Basta che ce ne siano due; la mail e il telefono fanno il resto per organizzare la rimpatriata.

Ecco il social network.
C’è però che se qualcuno vuol sapere chi siamo, che facciamo, cosa abbiamo fatto in passato, chi frequentiamo, basta che vada su Facebook e avrà tutto, foto comprese.

Nell’arco delle possibilità d’utilizzo, dunque, ci sono anche più investigazioni per tutti.

Rintracciarci, se a qualcuno serve farlo, sarà un gioco: ecco un’altra delle visioni di Dick che si avvera, per di più gratuitamente.

La grande scommessa di Internet, allora, non è quella di apparire, ma di riuscire a dileguarsi.

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