Extreme si apre a nuovi mercati

La nuova serie di switch Summit “e” evidenzia il tentativo di indirizzare non più solo i problemi delle grandi reti centrali, ma anche quelli delle medie realtà aziendali.

Extreme Network ha presentato una nuova serie, la Summit “e”, composta, al momento due nuovi switch il Summit24e3 e il Summit24e2. Entrambi gli switch hanno 24 porte 10/100 per la connettività agli utenti finali e due porte Gigabit dedicate al traffico veloce, funzioni di up-link e connessioni a server. Supportano la QoS, il line-rating forwarding e permettono a coloro che hanno scelto questa azienda per il proprio core di avere una gestione uniforme di tutta la rete. I due switch si differenziano a livello di layer; il primo, più sofisticato, gestisce il traffico di rete a livello 3, mentre il secondo più economico, si limita a d agire a livello 2.

Ma la cosa interessante non è certo rappresentata da questi due prodotti, ma è piuttosto il fatto che Extreme Network, finora ancorata a soluzioni di alto livello, orientate a risolvere i problemi centrali delle reti di grosse dimensioni, sia entrata in questo mercato dove certo non mancano i competitor. A darci una risposta sul tema, che lancia parecchi punti di riflessione sull’argomento, è Martin Van Shooten, Marketing Director, Europa, Medio Oriente e Africa di Estreme Network.
«Fino ad oggi abbiamo puntato al core dell’azienda, laddove siamo andati a lavorare anche a livello 7. I nostri prodotti di fascia alta andavano a coprire le esigenze di realtà di grandi dimensioni che avevano la necessità di sfruttare al massimo la rete interna. Il mercato però si sta rapidamente evolvendo, e l’Ip assume un ruolo sempre più preponderante anche a livello di applicazioni. Molti di questi nostri clienti stanno guardando sempre più alla periferia e hanno l’esigenza di estendere la rete. Esistono alcune realtà in cui l’80% degli investimenti non si concentra più nella sede centrale. Il bisogno a cui cerchiamo dunque di dar un risposta con questa nostra scelta strategica è quella di poter contare su una facile centralizzazione della gestione della rete, offrendo dei prodotti in grado di essere end to end, ovvero di poter garantire la realizzazione di una rete uniforme che possa essere facilmente controllata centralmente grazie a dispositivi di un unico produttore, il che permette il massimo sfruttamento di tutte le caratteristiche dei nostri prodotti. Tutto questo cercando di minimizzare il Tco».

In realtà il problema non si riduce a questo. Come lo stesso Van Schooten ci ha confermato, il mercato sembra pronto a dare il via a una forte domanda da parte di realtà di più modeste dimensioni che sempre meno si possono permettere di rimanere al di fuori di un processo di innovazione del proprio modo di lavorare. «La media impresa ha un forte bisogno di adeguare la propria struttura informatica, se non addirittura crearla per buona parte. Cerchiamo di dare una risposta anche in questa direzione pur rendendoci conto che il mercato su cui ci accingiamo a muoverci non è sicuramente vergine. D’altra parte possiamo vantare una indiscussa esperienza in grado di garantire anche ai clienti di dimensioni più modeste, un livello di prodotto tipico di realtà di dimensioni ben più consistenti».

In altre parole due tipi di nuovi doppi approcci: da una parte una nuova relazione tra tecnologia e mercato, dall’altra l’attenzione all’edge dei clienti attuali e la ricerca di nuovi clienti nella fascia della media impresa.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome