Esprinet: un vento forte che lascerà un cielo più pulito

Alessandro Cattani si prepara ad affrontare un anno difficile per tutti i protagonisti della catena, ma nella crisi vede anche un elemento risanatore per ridefinire i rapporti nel canale

Gennaio 2009

Se il 2008 era iniziato fiacco, non è niente in confronto con la crisi che i mercati stanno affrontando, e che non ha portato niente di buono neppure per l’ultimo periodo dell’anno.
È questo il tono del commento realista di Alessandro Cattani, amministratore delegato di Esprinet, interpellato a ridosso del Natale per avere una sua opinione riguardo all’anno appena concluso e quali prospettive si possono intravedere per il canale che affronta il nuovo anno.

Non cerca belletti, Cattani, per mascherare la situazione: è così per chiunque, checché ne dicano «e nessuno è in grado di fare previsioni di come sarà il 2009, neppure gli analisti, che interpellati in merito non osano sbilanciarsi. La sensazione è, comunque, che il nuovo anno inizierà in maniera difficile ma, almeno, possiamo confidare che la fine dell’annata avrà un segno “più” rispetto allo stesso periodo del 2008. Almeno si spera». Una riflessione amara nonostante Esprinet in Italia, nel terzo trimestre, sia riuscita a tamponare l’andamento complessivamente in calo delle performance del Gruppo.
Ma c’è poco da adagiarsi.

«Prevedo una riduzione complessiva della torta, dovuta all’abbassamento ulteriore dei prezzi medi dei prodotti, più che dal calo dei volumi – continua Cattani –, e una riduzione delle fette della torta per tutti i protagonisti della catena, dai vendor, ai distributori fino, ovviamente, ai dealer».
Una situazione che
il patron di Esprinet vede propedeutica a fenomeni di consolidamento a seguito di acquisizioni o fallimenti. E anche qui sarà su tutti i fronti.

«I vendor dovranno mostrarsi
forti dal punto di vista economico, dal momento che dovranno fornire ulteriori strumenti finanziari al canale. I subdistributori, soprattutto quelli più piccoli, sono destinati a scomparire o a consolidarsi: non ci sono più margini sufficienti per tenerli in vita, e i vendor stessi hanno, anche involontariamente, agevolato il processo, riducendo la differenziazione dell’offerta presente sul mercato. Infine i dealer, con i piccoli che soffriranno, ma la flessibilità che li contraddistingue potrà probabilmente essere un elemento di salvezza.
Più che i piccoli, forse, saranno i medio-grandi operatori quelli che saranno in difficoltà, e che tenderanno al consolidamento
».

La vera spina nel fianco delle aziende, clienti o trade che siano, è, e sarà, la mancanza di credito.
Chi ha cash avrà dei vantaggi rispetto agli altri, e da qui arriva il consiglio dell’amministratore delegato di Esprinet a «lavorare per rendere solidi gli stati patrimoniali e ricavare moneta».

Da parte sua, il distributore affronta il nuovo anno proponendo la carta di credito Espricard e l’ampliamento dell’offerta consumer con la private label Nilox, a garanzia di margini allettanti e diversificazione della gamma rispetto alla concorrenza. Perché anche chi opera in un mercato a volume riesce a trovare servizi ed elementi distintivi che si traducono in valore aggiunto.
Certo è che «la crisi rimescolerà le carte – conclude Cattani, cercando di intravedere, se poi c’è, il lato positivo del momento -, e i vendor tenderanno a rivolgersi a distributori e a dealer più affidabili. Una forte spinta all’evoluzione del canale che favorirà una specie selezionata di operatori».

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