Espin, il nucleo operativo del Gruppo Fiat per la system integration

Ecco un esempio di come la “old” economy metta le mani sulla “new” con uomini, mezzi e competenze. Il Gruppo torinese, insieme a Cap Gemini Ernst&Young e Oracle ha creato una joint venture capace di fare da interlocutore unico in progetti di e-business, specie in outsourcing.

Una joint venture “di solide origini”, come la definisce il vice president di Cap Gemini Ernst&Young, Edilio Camera, per fare da interlocutore primario in progetti di e-business nei settori industriale, del manufacturing e della distribuzione. Questa è Espin, la società nella quale il Gruppo Fiat, tramite la divisione Business Solutions (una holding da 3.500 miliardi di lire che raggruppa realtà come Fiat Gsa e Gescom), detiene il 70%, mentre il restante appartiene alle “solide” Cap Gemini Ernst&Young (con il 20%) e Oracle (che ha il 10%).


Ci sono buone prospettive, quindi, in fatto di competenze da mettere sul tappeto e di massa critica a cui rivolgere le proprie attenzioni. Anche se, come ha ammesso l’amministratore delegato di Espin, Franco Fusignani, il mercato “captive” Fiat dovrebbe ben presto non oltrepassare, per fatturato, il 50% del business della società nata ufficialmente alla fine dello scorso ottobre, partendo da una business idea concepita tre mesi prima e presentatasi ufficialmente il mese scorso. Fra le attività che saranno stimolate dall’attività di Espin c’è, ovviamente, anche la proposta di automobili via Web, ma certo con metodi differenti da quelli che hanno determinato il fallimento della Fiat Barchetta (un solo esemplare venduto). Ma, si è detto, il focus non è quello di essere un punto di riferimento Internet solo per le aziende del Gruppo, ma, come ha specificato Fusignani, quello di “fornire soluzioni e servizi di B2B e di automazione del back office per la medio grande impresa italiana”. Il terreno di Espin, quindi, va dalle soluzioni e servizi industrializzati, tramite applicativi fondati su un nucleo di base da configurare, a progetti di e-business, passando per le applicazioni B2B e per la classica gestione d’impresa. La società controllata dal gruppo torinese si propone come unico interlocutore per aziende che intendono far partire progetti di e-business. Lo fa, ovviamente, con l’appoggio di fornitori di hardware e software, di Tlc (come Atlanet, una partnership fra Fiat, Telefonica Espana, Acea e Ipse per il mobile), ma sempre in prima persona. La formula privilegiata per la fornitura dei servizi è quella dell’hosting delle soluzioni presso un data center, dove girano e sono monitorate le applicazioni, che è collegato a un call/contact center che consente di completare le metodiche di Service level agreement.

Il ruolo del centro di contatto


Il primo livello del centro di supporto di Espin è gestito da una società dell’area Fiat Business e Solutions (si chiama Teleclient) che riceve e risolve, dove possibile, le problematiche in ingresso. Il secondo livello di supporto è di tipo specialistico ed è operato da tecnici di Espin. Il terzo livello è quello della connettività e dei problemi hardware e richiede l’intervento sui prodotti da parte dei centri di assistenza dei vendor. Le politiche di pricing per convincere le aziende ad approfittare di questa metodologia di fruizione delle applicazioni fanno perno su un contratto con base pluriennale, con quota di ingresso, canone annuo e fatturazione in pay-per-use. Questa tecnica di prezzo flessibile consente di pagare per il reale utilizzo della soluzione e di non accumulare all’inizio dell’investimento tutti i costi, spalmandoli su tutta la vita dell’investimento e valutando da subito il Roi di un’applicazione di e-business.


Le aree di intervento su cui si concentra l’offerta Espin per i settori manufacturing, elettronica e retail sono quelle della supply side (con realizzazione di marketpklace, soluzioni di e-procurement e collaborative design), della gestione enterprise (con la soluzione di gestione delle risorse umane di Oracle) e del sell-side (Crm, electronic assessment e automazione della forza vendita).


Di sicuro interesse, considerato il retaggio del management Espin, sono le soluzioni di Supply chain integration, tante quante sono le tipologie settoriali a cui si applicano e che seguono il cammino dei processi abilitanti: dal design al procurement, al planning e alla logistica. È già utente delle soluzioni di e-procurement (sintetizzate nel grafico a centro pagina) Magneti Marelli, mentre lo sono di soluzioni che integrano all’e-procurement l’Erp, Mekfin (oltre 5mila dipendenti e fatturato di 1.700 milioni di euro) e Comau, società del gruppo che produce sistemi di automazione industriale su commessa (2.500 milioni di euro fatturati con 20mila dipendenti). Il punto di arrivo delle soluzioni proposte da Espin sarà la totale integrazione online della supply chain. Un risultato che in Corso Marconi devono ancora raggiungere.

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