Erp in Cina: quanto valore da aggiungere

Erp in Cina: quanto valore da aggiungere Dalla conoscenza della legislazione alle problematiche legate all’assistenza e alla manutenzione Tutte le opportunità per un integratore fortemente interessato al mercato cinese

Gennaio 2006, L’esperienza maturata gli sta facendo pensare di aprire una sede ufficiale
in Cina. In verità, il Gruppo Cdm, integratore
di Sorbolo (Pr) che impiega 180 dipendenti, il referente in Cina ce l’ha
già. «C’è un nostro dipendente che si trova in
Cina a supporto delle nostre installazioni
– afferma Antonio
Carta
, presidente del Gruppo – che non intende tornare, si
trova benissimo, potrebbe essere lui il riferimento da cui partire»
.

L’opportunità non è nata per caso. Cdm è un importante
partner di Ssa Global, software house internazionale
con forte presenza nel settore della meccanica e l’azienda cliente, la
bergamasca Itema Group, è il leader mondiale assoluto nella costruzione
delle macchine tessili, fortemente richieste dal mercato cinese. Il cliente,
dopo aver deciso di aprire uno stabilimento di produzione a Shanghai,
aveva bisogno di un Erp con controllo della produzione e logistica localizzato
in cinese.

Documentazione fiscale necessaria
«Itema non era cliente Ssa – precisa Carta –. Dopo
uno studio ha scelto le soluzioni della software house di Chicago, perché,
oltre a essere disponibile, la versione in cinese è anche ben referenziata»
.
Ma non basta scegliere un Erp funzionante in versione cinese, e qui subentra
l’attività di consulenza del partner. «Il primo problema
è la documentazione fiscale
– spiega Carta – che deve
essere tutta in cinese corrente, comprensibile ai dipendenti. La legislazione,
inoltre, prevede che ogni transazione finanziaria sia accompagnata da
un documento cartaceo e quotidianamente deve essere compilato un Journal
voucher, il cui form deve essere predisposto ex novo, il tutto in cinese»
.
Ancora, la stampa delle fatture avviene tramite un software approvato
dal Tax Bureau (l’ufficio delle tasse cinese) su un modulo prestampato
e con un dispositivo apposito e, poiché c’è differenza nel
calcolo della cifra finale, si deve realizzare un tool apposito che prepari
la fattura secondo gli standard dettati dal Governo cinese e che si interfacci
con il dispositivo per la stampa.


La lingua e la legislazione non sono solo un problema di localizzazione,
ma anche di bit. «Per poter visualizzare i caratteri cinesi
– prosegue il manager – è necessario usare una codifica multibyte,
in pratica il database raddoppia di dimensione»
. E, ancora,
un altro ostacolo è la connettività, a cui si lega il vero
business del partner: l’assistenza e la manutenzione degli applicativi.
Cdm propone due alternative, un sistema centralizzato con server applicativo
in Italia o uno decentralizzato con server in Cina. In entrambi i casi
ci sono dei pro e dei contro. «Nel sistema centralizzato con
totale assistenza e manutenzione dall’Italia
– afferma Carta – si
deve scegliere un provider presente in Cina che garantisca la connessione
punto a punto con linea dedicata, visto che il Governo cinese impone il
filtro sui pacchetti http, e questo è un costo aggiuntivo elevato
per il cliente»
.

A questo si deve aggiungere il lavoro notturno
del presidio italiano a causa della differenza di fuso. D’altra parte,
un sistema centralizzato garantisce un maggiore controllo e gestione dei
dati da parte di personale competente italiano. Se l’azienda cliente non
vuole investire in un servizio da 20/25mila euro all’anno, allora deve
accollarsi i rischi della lontananza fisica di macchine e dati e gli si
deve approntare un presidio locale formato da diverse competenze spesso
difficili da reperire.

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