Encryption per tutti

Brevi e lunghe distanze di comunicazione sono interessate dalla crittazione. I casi, esemplari, di Intel e NeoScale.

L’encryption è un tema senza distanze. Riguarda tutti i dispositivi e tutti i tipi di trasferimento dati, nel tratto breve e in quello lungo.


Lo dimostrano due iniziative recentissime.


La prima è quella di Intel, che ha deciso di supportare il protocollo di encryption a 128 bit Aes (Advanced Encryption Standard) per la dicurezza delle connessioni Usb wireless.


Il senso dell’azione della casa di Santa Clara è quello di consentire collegamenti sicuri fra host e dispositivi, in modo che entrambi possano scambiarsi dati di verifica, prevalentemente legati agli aspetti dell’identificazione tramite chiave.


Lo standard Wireless Usb è supportato da un comitato promotore di cui fanno parte, oltre a Intel, Agere, Hp, Microsoft, Nec, Philips e Samsung, e sarà definito, in versione 1.0 entro la fine dell’anno.


I primi dispositivi (chip) che lo supporteranno fattivamente usciranno alla metà del prossimo anno.


Su un piano molto più ampio, in ogni senso (di dimensione aziendale e anche di distanze fisiche) balza alla ribalta l’iniziativa di NeoScale, società americana che ha appena introdotto sul mercato un’appliance dedicata a proteggere il traffico di dati su una San (Storage area network).


Si tratta di CryptoStor, un dispositivo per proteggere le comunicazioni di backend su reti di storage tramite una tecnologia di compressione e che fa uso meccanismi di encryption Aes 256 con cambio dinamico delle chiavi e interfaccia Web Ssl.

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