Emilia Romagna, il piano di sviluppo rurale sostiene gli investimenti non produttivi

La Regione, con il Dd 9.6.2010 n.5996, ha definito i termini per la presentazione delle domande di aiuto relative alla Misura 216 “Sostegno agli investimenti non produttivi” Azione 1 e 2


IN SINTESI

BENEFICIARI
I beneficiari sono principalmente gli imprenditori agricoli, in forma singola o associata, oltre a comuni, consorzi di bonifica, enti di gestione dei parchi e delle aree protette, ecc.

ATTIVITÀ AGEVOLABILI
Azione 1: l’azione è diretta alla gestione sostenibile dell’agroecosistema relativamente a tutte le sue componenti, produttive ma anche legate alla fauna selvatica, salvaguardando e valorizzando la biodiversità di specie e habitat dei territori agricoli e forestali
Azione 2: l’azione è rivolta alla tutela delle condizioni naturali o seminaturali di zone umide costituite da corpi idrici interni e permanenti

SPESE AMMISSIBILI
Per entrambe le azioni, le spese ammissibili sono strettamente connesse alla tipologia di investimenti e comunque nel rispetto del disciplinare del Piano di Sviluppo Rurale

AGEVOLAZIONE
Azione 1: il contributo in conto capitale è pari al 70% della spesa ammissibile;
Azione 2: il contributo in conto capitale è pari al 50% della spesa ammissibile.

PROCEDURA
Le istanze possono essere presentate a partire dal 1° luglio 2010 ed entro il 15 ottobre 2010.


SCHEDA DI VALUTAZIONE

DIFFICOLTÀ
La redazione della domanda di finanziamento è abbastanza complessa e si consiglia di essere supportati da un agronomo o comunque da un esperto di finanza agevolata

TEMPI
L’istruttoria delle domande è effettuata dall’Amministrazione titolare in relazione a quanto previsto negli specifici bandi territoriali e varia secondo le prescrizioni in ordine alle attività di controllo previste da Agrea

COSTI
I costi per la redazione della domanda di contributo variano in relazione alla tipologia di intervento da realizzare e della relativa documentazione tecnica

PROBABILITÀ
Le risorse a disposizione sono significative e suddivise per Amministrazione provinciale rendendo così finanziabili un numero significativo di richieste di finanziamento

IN DETTAGLIO

Normativa

  • Psr 2007-2013

  • Dgr 8.2.2010, n. 331 – Bur 17.3.2010, n. 47 (Programma operativo e scheda tecnica attuativa)

  • Dd 9.6.2010, n. 5996 – Bur 23.6.2010, n. 83

Modulistica

www.ermesagricoltura.it

Per informazioni

Gianfranco De Geronimo
Tel. 051 5274558
e-mail: gdegeronimo@regione.emilia-romagna.it

Laura Biolchini
Tel. 051 5274290
e-mail: lbiolchini@regione.emilia-romagna.it

Sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia Romagna n. 83 del 23 giugno 2010 è stata pubblicata la Dd 9 giugno 2010, n. 5996 che ha stabilito dal 1° luglio 2010 al 15 ottobre 2010 il periodo entro il quale possono essere presentate le domande di aiuto relative alla Misura 216 “Sostegno agli investimenti non produttivi”, relativamente a:

  • Azione 1 “Accesso al pubblico e gestione faunistica”
  • Azione 2 “Conservazione di ecosistemi di alta valenza naturale e paesaggistica”

Il Programma operativo approvato attraverso la deliberazione n. 331 (Bur n. 47 del 17 marzo 2010) costituisce il presupposto per la predisposizione e l’emanazione di specifici bandi da parte degli Enti territoriali competenti.
L’Azione 1 è attuata attraverso specifici Accordi Agroambientali approvati dalle Amministrazioni provinciali.

Azione 1 – Accesso al pubblico e gestione faunistica

Beneficiari. Possono presentare domanda i seguenti soggetti:

  • imprenditori agricoli singoli o associati;
  • comuni;
  • enti di gestione dei parchi e delle aree protette;
  • associazioni competenti in materia di tutela e/o gestione della flora e della fauna selvatica.

Iniziative ammissibili. L’azione è diretta alla gestione sostenibile dell’agroecosistema relativamente a tutte le sue componenti, produttive ma anche legate alla fauna selvatica, salvaguardando e valorizzando la biodiversità di specie e habitat dei territori agricoli e forestali, in particolare delle aree agricole ad alto valore naturalistico (Avn), nonché favorendo una corretta gestione delle aree della Rete Natura 2000.
Gli interventi riguardano progetti finalizzati alla:

  1. realizzazione e ristrutturazione di sentieri e piazzole per escursioni e visite naturalistiche;
  2. realizzazione di cartellonistica;
  3. schermature finalizzate a mitigare il disturbo sulla fauna, realizzate impiegando materiali quali legno, canne e/o cannicciati, siepi costituite da specie arbustive e/o arboree autoctone (per l’elenco delle specie ammesse si rimanda all’Allegato A della Dgr n. 363 del 17 marzo 2008);
  4. punti di osservazione per bird watching e per la gestione della fauna selvatica (ad esempio, capanni, altane e torri di osservazioni);
  5. strutture per la gestione della fauna selvatica finalizzate a garantirne la coesistenza con le attività produttive agro-forestali (ad esempio, nidi artificiali, comprese le piattaforme per favorire la nidificazione delle cicogne, opere e dispositivi per la prevenzione);
  6. interventi finalizzati al sostentamento della fauna selvatica (sono esclusi, in ogni caso, interventi finalizzati alla realizzazione di colture a perdere per l’alimentazione della fauna selvatica).

Pertanto, gli interventi descritti intendono realizzare e/o mantenere le condizioni per la valorizzazione del patrimonio faunistico in funzione delle attività turistico-ricreative promuovendo la fruizione pubblica del territorio anche con finalità di educazione ambientale.
Il progetto può avere durata quinquennale e deve essere articolato per annualità. Gli interventi possono essere realizzati solo su terreni agricoli in aree non interessate dall’attività di caccia.
Gli interventi devono essere realizzati impiegando, ove possibile, materiali che si inseriscono armonicamente nell’ambiente di realizzazione (quali: legno trattato al naturale; canne/cannicciati; inerti naturali o ghiaietto stabilizzato; terra battuta; siepi vive costituite da specie arbustive e/o arboree autoctone) ed evitando l’uso di materiali che provochino un significativo impatto ambientale anche in termini di impatto visivo (a tal fine nella scelta dei materiali è necessario prediligere colori che meglio si integrino con quelli del paesaggio circostante).
Le strutture finalizzate all’accesso al pubblico, realizzate in modo da garantire la fruizione anche da parte di un’utenza disabile, possono essere realizzate anche con la finalità di renderle fruibili ad usi didattici (attrezzandole in maniera appropriata alla specifica utenza).
È necessario assicurare la manutenzione degli interventi per tutto il periodo di durata dell’impegno.
Aree del territorio regionale, di seguito indicate:

  • aree della Rete Natura 2000;
  • aree protette (art. 4 della Lr 6/05), zone di protezione della fauna selvatica e zone di rifugio (artt. 19 e 22 della Lr 8/94);
  • aree interessate da ripristini ambientali realizzati con il Reg. (Ce) 2078/92 o con il Reg. (Ce) 1257/99.

Con priorità per le aree agricole ricadenti nelle seguenti aree preferenziali:

  • zone vulnerabili ai sensi della Direttiva 91/676/Cee;
  • Zone di protezione speciale (Zps) e Siti di importanza comunitaria (Sic) individuati in applicazione delle Direttive 79/409/Cee e 92/43/Cee.

Agevolazioni previste. Viene previsto un contributo in conto capitale pari al 70% della spesa ammissibile.

Procedure. Gli Enti territoriali approvano uno specifico bando per la ricezione delle domande. Per l’accesso a tale azione è prevista l’emanazione di un unico bando nel periodo 2007-2013.
Le istanze possono essere presentate a partire dal 1° luglio 2010 ed entro il 15 ottobre 2010.
L’azione è attuata attraverso specifici Accordi Agroambientali approvati dalle Province. Ogni Provincia può attuare uno o più Accordi Agroambientali.
Al fine della concessione dei contributi è necessario presentare apposita domanda di pagamento.

Azione 2 – Contributi per la conservazione di ecosistemi di alta valenza naturale e paesaggistica

Beneficiari. Possono presentare domanda i seguenti soggetti:

  • imprenditori agricoli proprietari o conduttori dei terreni o delle acque, anche in forma associata;
  • consorzi di bonifica;
  • pubbliche Amministrazioni;
  • soggetti gestori dei terreni o delle acque.

Sono esclusi i soggetti che praticano l’acquacoltura ai fini commerciali.

Iniziative ammissibili. L’azione, rivolta alla tutela delle condizioni naturali o seminaturali di zone umide costituite da corpi idrici interni e permanenti, persegue i seguenti obiettivi operativi:

  • conservare e mantenere la funzionalità del sistema idrico costituito da elementi naturali e seminaturali per consentire lo scambio delle acque interne con quelle esterne e garantire la continua movimentazione e circolazione delle stesse sull’intera superficie delle zone umide;
  • mantenere espurgati i fondali dei canali sub-lagunari e circondariali per contrastarne l’interrimento e favorire il costante apporto di ossigeno disciolto, la miscelazione fra acque dolci e salate e i processi biologici naturali;
  • mantenere e ripristinare i gradienti e i livelli dolci e salmastri differenziati, per favorire nicchie ambientali diversificate all’interno della valle;
  • mantenere e migliorare lo stato di conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario.

I progetti possono prevedere le seguenti tipologie di spesa da realizzare su terreni agricoli:

  • opere finalizzate al mantenimento dell’equilibrio idraulico;
  • ripristino e realizzazione di canalizzazioni sub-lagunari e circondariali;
  • ripristino, sagomatura e/o realizzazione di arginature, dossi e barene;
  • ripristino o realizzazione di opere o manufatti per ostacolare la presenza di specie animali e vegetali invasive esterne;
  • ripristino o realizzazione di habitat compatibili con le zone umide;
  • ripristino e realizzazione di percorsi attrezzati per la fruizione pubblica degli habitat oggetto di intervento.

Sono esclusi gli interventi direttamente connessi alle attività di acquacoltura.
I progetti devono avere durata massima settennale e devono essere articolati per stralci annuali.
Il beneficiario si impegna a:

  • evitare l’alimentazione artificiale di fauna ittica e di avifauna nidificante o migratoria;
  • non praticare l’acquacoltura ai fini commerciali;
  • evitare l’introduzione di specie animali e vegetali alloctone e contrastarne l’eventuale presenza accidentale, con modalità che non causino impatti negativi sulle specie autoctone;
  • gestire i livelli idrici e la vegetazione acquatica nel rispetto delle esigenze riproduttive in particolare dell’avifauna di interesse comunitario;
  • conservare in efficienza le canalizzazioni sub lagunari e circondariali e le arginature;
  • conservare e/o ripristinare dossi e barene;
  • mantenere i percorsi attrezzati realizzati in applicazione di precedenti Regolamenti comunitari;
  • condurre i terreni agricoli di proprietà circostanti, anche nel caso siano posti all’esterno delle Zps, rispettandone le misure di conservazione, generali o specifiche, nonché i vincoli e le norme di buona gestione contenute negli eventuali piani di gestione di Zps;
  • dotarsi di personale competente per la sorveglianza e la vigilanza in grado di segnalare le emergenze e i pronti interventi per mantenere l’integrità e la sicurezza delle strutture fisiche, per controllare la qualità delle acque ed il buono stato di conservazione delle specie e degli habitat di interesse comunitario nonché del paesaggio;
  • per 10 anni al mantenimento e alla conservazione del sito oggetto dell’intervento e a rispettare le misure generali e specifiche di conservazione o i piani di gestione approvati dalle autorità pubbliche a ciò preposte, nonché i disciplinari di gestione definiti negli eventuali accordi sottoscritti con l’autorità pubblica competente.

Il massimale di spesa è determinato in 800.000 euro.
L’azione è particolarmente coerente con le misure di conservazione per le aree Natura 2000 delle Direttive 79/409/Cee (Uccelli) e 92/43/Cee (Habitat).
Zone umide ricadenti nelle Zps del Delta del Po costituite da corpi idrici interni e permanenti che abbiano tutte le seguenti caratteristiche:

  • acque stagnanti;
  • acque dolci, salate o salmastre;
  • estensione minima: 100 Ha.

Agevolazioni previste. Il contributo pubblico può raggiungere il 50%, erogato in base al piano stralcio annuale e previa esibizione di giustificativi delle spese sostenute.

Procedure. Gli Enti territoriali approvano uno specifico bando per la ricezione delle domande. Per l’accesso a tale azione è prevista l’emanazione di un unico bando nel periodo 2007-2013.
Le istanze possono essere presentate a partire dal 1° luglio 2010 ed entro il 15 ottobre 2010.
Al fine della concessione dei contributi è necessario presentare apposita domanda di pagamento.
Non è possibile accedere sia ai contributi previsti dall’azione sia ai contributi concessi ai sensi del Fondo europeo per la pesca (Fep).

(per maggiori approfondimenti vedi Finanziamenti e credito, Novecento Media)

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