Emc: «Lo storage è sempre più un fatto di gestione multivendor»

La società ha ampliato la strategia AutoIs, con l’obiettivo di automatizzare la gestione delle risorse di memorizzazione, indipendentemente dal marchio, e di allocarle al meglio. Elemento di spicco della nuova offerta è Arm, tool di automazione estrema.

 


Emc accelera il passo in tema di interoperabilità tra le offerte storage in ambienti San. Lo fa ampliando l’offerta dei propri tool di gestione delle risorse storage con una fitta serie di annunci. «Ora entriamo a pieno titolo nella fase di implementazione della nostra strategia AutoIs, annunciata lo scorso autunno – commenta Joseph Tucci, Ceo di Emc – quello che noi definiamo il secondo capitolo del nostro nuovo approccio al mercato. L’ultima era di AutoIs si traduce nell’implementazione del principio che è alla base della filosofia di automazione della gestione di tutte le attività connesse allo storage».

Applicazioni mirate


La società di Hopkinton, infatti, ha presentato una serie di nuove soluzioni applicative e alcuni aggiornamenti della suite di prodotti ControlCenter. Punta di diamante della rinnovata offerta software è Automated Resource Manager (Arm), che contribuirà a snellire tutte le procedure relative alla gestione e alla più corretta allocazione delle risorse di memorizzazione. Lo spazio per i dati, infatti, diventa una risorsa sempre più scarsa e decisamente costosa da utilizzare.


Con Arm, Emc permetterà di stabilire policy e assegnare priorità che dovrebbero guidare l’utilizzo e l’allocazione degli asset tra le diverse applicazioni critiche che girano su sistemi Windows e Solaris. Per ora, il modulo in questione funziona unicamente con i sistemi Symmetrix e Clariion di Emc e con gli array Hp StorageWorks, mentre esclude i diffusi array Eva, di derivazione Compaq.


Non ci sono, invece, ancora indiscrezioni in merito alla possibile compatibilità di Arm con i sistemi Lightning di Hitachi Data Systems, che Hp stessa rivende, rimarchiandoli, come i propri Xp512 e Xp1024. Hp ed Emc, infatti, sono da alcuni mesi legate da un accordo tecnologico che prevede lo scambio delle rispettive interfacce di programmazione (Api), in modo da garantire la massima compatibilità tra subsistemi e software di gestione di marchi diversi.


Alcuni obiettano che, in realtà, in assenza di accordi per lo scambio di Api, le soluzioni Emc siano tuttora in grado di effettuare unicamente il monitoraggio dell’hardware dei concorrenti ma non la gestione attiva. “Con l’integrazione della componente Active Management all’interno del nostro middleware WideSky – ribatte, invece, Tucci – siamo già oggi in grado di garantire la configurazione, il tuning e altre funzionalità avanzate sui sistemi dei concorrenti“. Contro chi non vorrà accordarsi, si dicono convinti i vertici Emc, si renderà necessario procedere con il “reverse engineering”, ovvero aprire fisicamente i sistemi dei concorrenti e trovare il modo di garantire la compatibilità con le soluzioni di gestione della casa di Hopkinton.

Un ampio ventaglio di soluzioni


Contemporaneamente all’annuncio di Arm, Emc ha anche presentato la nuova versione di San Manager, noto in precedenza come Esn San Manager, un tool in grado di offrire la gestione attiva degli array Hp, oltre alle funzionalità di detection, reporting e zoning (il partizionamento delle installazioni storage che permette di stabilire quali applicazioni abbiano accesso a determinate risorse storage).


Presentate anche nuove funzionalità di StorageScope, un modulo della suite ControlCenter che consente di monitorare e raccogliere dati da diversi dispositivi storage. I miglioramenti apportati permettono, oggi, di garantire la compatibilità con l’hardware di Hds, Hp, Ibm e Sun, oltre che con quello delle società già supportate con la precedente versione del prodotto, ovvero gli array di Hp e i sistemi di Network Appliance. Il repository di StorageScope è stato anche aggiornato per consentire una più facile esportazione dei dati verso i tool di analisi e reportistica. Il tutto con l’intenzione di aumentare il numero di Terabyte gestibili da un singolo operatore e ridurre il Tco.

Occhio puntato sui servizi


L’impegno a ridurre i costi di gestione della memorizzazione in azienda è testimoniato dai massicci investimenti in ricerca: “Degli 800 milioni di dollari investiti in ricerca e sviluppo nel corso di quest’anno – spiega Tucci – circa 600 milioni riguardano la componente software. Il nostro obiettivo è di riuscire a implementare il modello 50:30:20 entro la fine del 2004. Oggi, infatti, il nostro fatturato è composto da un 59% di vendite di hardware, da un 23% di giro d’affari software e da un 18% di business legato ai servizi. L’obiettivo è di riuscire entro i prossimi due anni a ridurre al 50% il peso della componente hardware, incrementare al 30% quello del software e al 20% quello dei servizi“. Delle dieci acquisizioni effettuate da Emc nel corso degli ultimi cinque anni, inoltre, otto hanno riguardato software house. E adesso che la strategia software può dirsi implementata, occorre rafforzare la componente di servizio. Emc ha già fatto i primi passi in questa direzione.


Nel 2000 è stata creata Emc Global Services, divisione consulenziale e di servizi. Lo scorso luglio, inoltre, la società ha siglato un accordo con Accenture, teso a promuovere l’offerta di soluzioni Emc anche all’interno di progetti storage che coinvolgono altri vendor. Si tratta di un patto quinquennale, che si propone di combinare l’offerta di consulenza di Accenture, che metterà a disposizione dell’iniziativa persone e skill dedicati, con l’hardware e le applicazioni Emc.

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