Electrolux, quando l’innovazione parte dall’Italia

Fabrizio Di Narda guida l’omogeneizzazione della sicurezza aziendale riducendo i costi.

Con 22 impianti produttivi in Europa, Electrolux è il primo produttore di elettrodomestici nel Continente e con i suoi marchi detiene una posizione primaria nel mercato mondiale.

Al suo interno la società svedese ha due divisioni: Media Appliance (Ma) per il mercato consumer e Professional, gamma di prodotti destinati alle cucine e alle lavanderie industriali.

Per abbattere i costi e rendere omogenei prodotti e soluzioni, la società ha deciso di riorganizzare e consolidare l’infrastruttura It. Il progetto pilota è stato avviato nella sede di Pordenone e, visto il successo ottenuto, lo standard è stato adottato anche dai data center gateway delle altre nazioni.

Lo staff tecnologico di Electrolux, quindi, è stato riorganizzato per essere in grado di rivendere i servizi It alle divisioni interne dell’azienda: logistica, amministrazione, produzione e uffici.

Dopo il consolidamento realizzato per standardizzare l’area It (che prima utilizzava una grande quantità di data center sparsi in tutto il mondo, con conseguente poca omogeneità nell’utilizzo dei prodotti e delle soluzioni, e conseguente forte dispendio economico), oggi Electrolux ha quattro data center: a Pordenone per la parte Emea, in America del Nord, in America Latina e in Asia e Pacifico.

La riorganizzazione, come spiega Fabrizio Di Narda, responsabile Emea It Security, in una nota di Blue Coat, è nata con l’intento di creare dei data center di riferimento. Quindi sono stati chiusi vari centri di raccolta dati, spostando il carico di lavoro nei data center di riferimento, come ad esempio quello di Pordenone. Il progetto non è stato semplice poiché Electrolux, come molte altre aziende multinazionali, ha effettuato negli anni diverse acquisizioni e ciò per l’It significa avere applicazioni diverse che girano su innumerevoli piattaforme.

Il primo piano di consolidamento, finito alla fine del 2008, di natura infrastrutturale, è consistito nella chiusura di tutti i data center dislocati nelle diverse regioni, con il convoglio delle applicazioni esistenti nelle infrastrutture di riferimento.

Il vantaggio per Electrolux è stato evidente: riduzione dei costi del 25%, tenendo conto anche di quelli di gestione remota delle apparecchiature che erano installate in data center non presidiati.

Per la divisione security, dal momento che ogni responsabile It aveva un proprio modo per organizzare l’Internet gateway è stato adottato un nuovo standard. Più specificamente per i servizi proxy è stata scelta la soluzione di Blue Coat Systems, così a partire dal data center europeo di Pordenone, è stata installata una serie di appliance ProxySg, creando le basi per una configurazione più globale, scalabile e in grado di offrire una gestione semplice indipendentemente da dove sia stata installata questa infrastruttura. Blue Coat è stata scelta perché è sembrata l’azienda che potesse consentire continuità alle decisioni di Electrolux in termini di novità tecnologiche e di performance e un Roi positivo.

La tecnologia Blue Coat non si limita solo alla protezione e gestione degli utenti interni, per cui non solo a un forward proxy, ma utilizza anche la tecnologia reverse proxy. Ciò significa che è in grado di proteggere e accelerare l’accesso Web alle applicazioni nel data center.

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