Efficienza e soluzioni It in Falck vanno di pari passo

Applicativi tarati sulle esigenze reali che devono dare benefici a lungo termine e vendor considerati come partner. La visione tecnologica della società di Sesto San Giovanni

L’It in Falck (noto produttore di energia) è gestita da una struttura molto snella. Sono, infatti, solo due i manager che si occupano di sistemi informativi: uno lato software e uno per l’area infrastrutturale. Una terza persona assiste operativamente gli utenti. «Una società di questo tipo non ha bisogno di grossi numeri per essere gestita», spiega Adriano Piccolotto, responsabile sviluppo applicativo Ict, direzione centrale Amministrazione finanza e controllo dell’azienda. In totale, difatti, i dipendenti, tra la sede di Sesto San Giovanni (Mi) e i vari impianti, sono circa 300, anche se la prossima apertura di tre siti siciliani potrebbe modificare, oltre al numero dei dipendenti, anche l’impostazione It. Quest’ultima, attualmente, a livello software, si basa sull’Erp SmartSream di Geac che, in uso dal 2000 e rivisto annualmente secondo le esigenze di sviluppo della società, copre all’80% l’attività amministrativa e il controllo di gestione.


In particolare, Piccolotto è focalizzato sull’analisi dei problemi e sulle esigenze delle varie direzioni, sui progetti futuri e sui rapporti con i fornitori. E, una volta di più, è proprio la conoscenza pregressa dei vendor a fare la differenza. Anche in Falck, infatti, come in molte altre imprese, sapere di poter contare su una soluzione reattiva, perché già provata in passato, o su servizi di qualità, garantiti da persone degne di fiducia, conta molto. «Nel caso specifico – precisa il manager -, conoscevo l’Erp vendor già nella mia precedente esperienza lavorativa e nell’87, qui in Falck, abbiamo adottato uno dei suoi software, anche perché avevamo un obiettivo temporale molto ridotto e, quindi, basarci su un’esperienza già nota ci è stato di aiuto. Oltre a poter contare su applicativi personalizzabili, è importante lavorare insieme al partner per capire la sua affidabilità».


L’It di Falck, comunque, ha vissuto la crisi dell’acciaio: «A quei tempi – prosegue Piccolotto -, i sistemi informativi avevano una struttura abbastanza consistente, superiore al centinaio di persone, e si basavano su mainframe. Avevamo programmatori interni e macchine a calcolo numerico per i processi negli stabilimenti. I fornitori esistevano solo per il lato hardware». All’inizio degli anni 90, però, la struttura produttiva è stata smantellata, quindi anche i sistemi informativi, di conseguenza, sono stati ridimensionati in modo drastico. A metà del decennio, poi, la produzione è stata abbandonata definitivamente e, verso la fine, «siamo passati all’energia elettrica – dice ancora il manager -. A quel punto, ci siamo resi conto che serviva un sistema più integrato. Sono stati valutati altri prodotti, di taglio internazionale, ma alla fine, abbiamo optato per continuare con il medesimo vendor, implementando il suo Erp».


Importante è pure la manutenzione impianti, ordinaria e straordinaria e, anche qui, l’It risulterà d’aiuto. Per quanto riguarda la Business intelligence, invece, Falck utilizza una soluzione di reportistica. «Per ora, è sufficiente – aggiunge -, anche perché abbiamo solo due tipologie di clienti: l’Enel e i consorzi di imprese che si costituiscono vicino agli impianti, quindi, non abbiamo una grossa mole di fatturazione attiva, motivo per cui non sentiamo l’esigenza di adottare il Crm. La nostra attenzione viene riservata soprattutto alla gestione interna e al cercare di spendere il meno possibile». Il senso quindi è chiaro, per effettuare l’amministrazione di un’azienda non bisogna puntare su software ricchi e sicuramente interessanti se sovradimensionati per le esigenze effettive, «sarebbe come prendere una Ferrari per andare in centro dove non si può accelerare – ironizza Piccolotto -. Ciò che conta è la flessibilità».


La gestione del budget


L’attenzione alla spesa, quindi, anche per Falck è di importanza primaria. «In questi ultimi anni diventa difficile fare gli investimenti, vista la contrazione dei budget – aggiunge Piccolotto, che dopo 36 anni di lavoro vede il traguardo della pensione ma non ha certo perso l’entusiasmo -. Il software non invecchia e il suo acquisto deve dare benefici che durano tutta la vita. Lo si dovrebbe cambiare solo quando mutano le esigenze aziendali. L’hardware è, invece, temporalmente più limitato e questo mette i fornitori in posizione forte. Quando il supporto non è più garantito, non si può fare a meno di spendere. L’altra faccia della medaglia di tali costi è, però, un guadagno in termini di fermo macchina evitati, di velocità di elaborazione delle informazioni e di minori problemi sulle linee. L’investimento per l’It deve sempre tradursi in maggiore efficienza, vale a dire fornire i dati il più velocemente possibile, in modo da poter pianificare anche nel breve e comprendere gli scostamenti».


Vero è che la spesa in It viene ancora vista come un puro costo e, in realtà, spetta spesso allo stesso Piccolotto il compito di stimolare le diverse business unit all’adozione di soluzioni migliorative per le rispettive attività. «In tutti i miei anni di lavoro – ricorda -, non ho mai subìto un’imposizione, al contrario in passato mi è capitato di realizzare “l’accentramento democratico”, vale a dire operazioni imposte da noi dell’It, anche senza preavviso. Io sono in contatto con i vari direttori di area e, costantemente, annoto i dubbi o le perplessità che percepisco in modo da capire le esigenze e fare proposte concrete in fase di budget per risolverle».

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome