Eclipse: Sun, grazie lo stesso

La reggenza di Eclipse incassa con stile il rifiuto di Sun a partecipare e tranquillizza circa i pericoli di frammentazione dello scenario di sviluppo per un framework aperto.

5 dicembre 2003

La decisione da parte di Sun di non entrare nel consorzio Eclipse pare non aver spostato di molto chi invece vi fa parte.


L’attuale reggente (dimissionario), Skip McGaughey, non si preoccupa troppo di una frammentazione dello scenario dei tool di sviluppo per la costruzione di un framework opensource, contando sul fatto che i vendor utilizzeranno gli standard ufficiali riconosciuti dalla comunità (perché è loro convenienza farlo).


Eclipse, quindi, ostenta ottimismo, riconoscendo a Sun, comunque, un ruolo chiave (dentro o fuori l’organizzazione) in quanto parte attiva del Jcp (Java Community Process) e attendendo risposte più chiare e positive da Bea e Microsoft.


Al di là degli inviti a pensar bene per il futuro che vengono fuori dall’organizzazione lanciata da Ibm, rimane il fatto che una possibilità di frammentazione dello scenario c’è, in quanto la scelta di Sun di privilegiare il framework di sviluppo opensource di NetBeans come base di riferimento per i propri tool Java Studio potrebbe effettivamente creare spaccature. Non foss’altro perché anche società come Compuware già la pensano allo stesso modo.


Tecnicamente, poi, c’è il fatto che Sun, come altri vendor che sviluppano Java, utilizza nei propri tool la tecnologia di interfaccia Java Swing, mentre Eclipse, con Ibm in testa, utilizza lo Standard Widget Toolkit (Swt).


E riguardo la proposta di una specifica che faccia incontrare le iniziative al di fuori di Eclipse con il framework ideato da Ibm, la Jsr 198, Mc Gaughey pensa che si possa lavorare a un’integrazione ancora più profonda.


Tutto sommato, quindi, c’è ottimismo.

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