Ecco il valore dell’It

Tom Bishop, Cto di Bmc, ha celebrato un inno all’It: «conta ancora, eccome».

Durante il Bmc User Group, tenutosi in settimana a San Jose, il Chief technology officer di Bmc, Tom Bishop, è tornato a celebrare un inno all’It.


Non pochi osservatori americani, infatti, ricordano ancora le parole di Nicholas Carr, dello scorso anno, nello stesso contesto, e sintetizzate dal titolo del suo intervento di allora: l’It non conta piu’.


Conta eccome, invece, ha sottolineato Bishop.


Anzi, secondo il Cto di Bmc, non ha mai contato come ora.


L’oggetto della discussione di Bishop non è l’It in se e per sé, ma quella coniugata ai servizi, ovvero al nuovo e reale core business delle società tecnologiche.


Che poi si tratti dell’evoluzione del system management è quasi ovvio.


Ma la sostanza sta nel fatto che l’It diventa un fattore rilevante di differenziazione del business specie quando, ad esempio, si analizza la contestualizzazione dei dispositivi mobili, come i Pda, in una struttura informativa aziendale. Da una parte c’è il vantaggio competitivo della mobilità da cogliere, dall’altra c’è la nessità di avere un tessuto tecnologico in grado di far funzionare semplicemente le cose complesse.


E’ per questo che l’It conta, per portare sicurezza e gestione al business. Il che, in una parola, si traduce in funzionamento.


L’It oggi è più che mai funzionale al business e per questo conta.


I modelli di servizio e di gestione, pertanto, diventano il cuore dello sviluppo It, con ciò che ne consegue: monitoraggio delle applicazioni per la performance, capacity planning, analisi dei processi di business, sensibilità per le esigenze dell’end user aziendale, virtualizzazione delle risorse, gestione delle informazioni proattiva.


Senza la tecnologia tutte queste cose non si fanno. I vendor di It, questo è un po’ il messaggio, dovrebbero fare leva su questa consapevolezza.

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