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I ristoranti robotizzati dove il cameriere non c’è più

La robotica guadagna spazio in nome dell’efficienza e dell’abbassamento dei costi anche in ambiti dove il contato umano è molto importante: i ristoranti.

Eatsa, una innovativa catena americana di ristoranti ha aperto anche a Manhattan, San Francisco e in altre due località degli Usa.

Sono ristoranti dove non esistono camerieri e l’unico personale di servizio che circola nel locale pulisce i pavimenti o aiuta i clienti inesperti. I camerieri però non sono stati sostituiti da umanoidi ma da un efficiente sistema completamente automatizzato.

Arredamento con enormi tele che si ispirano all’arte contemporanea, musica in filodiffussione fanno parte dell’ambiente che non richiama il classico ristorante. Su un lato del locale sono presenti le colonnine per scegliere i piatti del menù e dall’altra parte ci sono i tavoli. In fondo, una parete di cubi elettronici dal quale si ritirano le ordinazioni che sono solo vegetariane. Da Eatsa è possibile ordinare insalate, estratti di frutta e verdura, primi piatti a base di riso e piatti etnici come hummus e falafel.

L’automazione si ferma alla cucina

Dal punto di vista tecnologico il cliente inserisce i dati della sua carta di credito in un iPad. In questo modo il sistema conosce il suo nome e poi la comanda. Per ogni piatto il tablet indica ingredienti e informazioni nutrizionali. Il sistema serba poi memoria delle ordinazioni e quando il cliente torna gli suggerirà piatti simili a quelli già ordinati.

Il ritiro del piatto avviene direttamente dai cubi battendo con le nocche un paio di volte. Il totale dell’operazione porta via meno di dieci minuti. E’ possibile anche ordinare da remoto da pc o smarphone. Grazie all’eliminazione quasi totale del personale Eatsa vanta prezzi imbattibili con meno di sette dollari per piatti con ingredienti bio. Ma la cucina come funziona? L’automazione si ferma alla sala perché in cucina c’è uno staff che, magari in un modo diverso da un classico ristorante, prepara i piatti.

Da Eatsa hanno fatto diventare una catena (procedura normale negli Usa) l’idea che a Berlino si è fermata invece al singolo locale. Perché Sap, proprio l’azienda di software, alla ricerca di una maggiore visibilità e di un contatto diretto con il pubblico, ha varato insieme con altri partner l’esperimento di Data Kitchen.

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Il Data Ktchen di Berlino è firmato Sap

Nel locale di Rosenthaler strasse ci si muove più o meno come da Eatsa. È possibile ordinare da remoto il piatto che viene ritirato al Muro del cibo . Il cliente ha cinque minuti per prelevarlo ancora caldo e un’ora per non perdere l’ordine.

Anche qui non ci sono camerieri ma è presente un manager del locale per rispondere alle richieste dei clienti, un barista e un altro addetto che passa il cibo dalla cucina ai box. Frequentato soprattutto a pranzo da chi non ha molto tempo a disposizione, Data Kitchen si differenzia da Eatsa per la proposta gastronomica.

I menu sono ricercati, gli ingredienti selezionati e i prodotti stagionali. E lo chef ha lavorato con colleghi stellati Michelin nei migliori ristoranti della città. In cucina oltre allo chef lavorano cinque persone. Anche in questo cao il lavoro è diverso da quello di un normale ristorante. Ogni postazione in cuina ha un touch screen tramite il quale vengono gestite le info del piatto e la comunicazione al cliente. Da qui parte l’ordine per l’addetto che carica il piatto nel Muro del cibo.

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