È Var Group la rivoluzione in casa Sesa

Il gruppo toscano si dà una nuova organizzazione ridistribuendo le sue società in una struttura matriciale guidata da Var Group

Dallo scorso gennaio il gruppo composto da Sesa S.p.A. e dalle sue società controllate (Sesa S.r.l., Computer Var S.p.A., Computer Var Services S.p.A.) ha subito una profonda riorganizzazione. Il risultato è una struttura a matrice con una nuova società, Var Group, nel ruolo di holding operativa con la responsabilità delle funzioni di staff del gruppo, con Sesa S.p.A. come azionista di riferimento, con una quota di circa il 48% del capitale, nella veste di holding di partecipazioni non operativa e Infordata S.p.A., già partner di Sesa dal 1994, con una partecipazione di circa il 15% del capitale. Le preesistenti società (una sessantina) sono confluite in 6 Business Unit, una per ciascuna delle linee di offerta, ossia: System integration, Tecnologia, Small business, Applications and facility management, Applicazioni proprietarie, Consulenza.

«Questa nuova organizzazione nasce per garantire ulteriore sviluppo a un gruppo che negli anni si era sviluppato attorno a Sesa, Computer Var e Infordata e che aveva raggiunto risultati notevoli – precisa Giovanni Moriani, Ceo di Var Group -. Non è una semplice evoluzione delle strutture preesistenti ma una sintesi delle esperienze acquisite e un ridisegno totale del gruppo. Abbiamo ritenuto che per essere in linea con le attuali esigenze di un mercato sempre più variegato ed esigente, per avere una maggior visibilità e una maggior efficienza fosse opportuno avere una struttura con un capofiliera e una organizzazione di tipo matriciale».

Moriani ci fornisce anche un esempio di come è stata realizzata questa ristrutturazione.
«Faccio l’esempio di come abbiamo ri-segmentato l’offerta di software. Abbiamo preso i software di proprietà delle aziende del gruppo e abbiamo messo a fattor comune le attività di sviluppo e servizio ad essi riferibili, in modo da fare sistema e ad avere una maggior integrazione sulla clientela. Abbiamo poi separato questa offerta da quella di progetti e servizi che si indirizza al mondo degli standard di mercato. Questa netta separazione permette di indirizzare in modo diverso i due mercati, quello che vuole la grossa capacità di sviluppo specialistico nata a cresciuta nelle aziende di specifici settori verticali, come ad esempio quelle dell’interland fiorentino e che ha permesso di creare soluzioni che hanno assimilato la cultura applicativa e organizzativa di queste aziende, e quello che vuole applicazioni conformi agli standard di mercato. Queste ultime possono essere personalizzate in misura minore delle applicazioni di cui possediamo i sorgenti e che invece possono essere modificare senza nessun vincolo di conformità con gli standard, puntando sull’unicità dei processi come vantaggio competitivo, ma hanno il vantaggio della connettività e dell’integrazione con altre applicazioni del mondo esterno all’azienda, esigenza che sono presenti specialmente nelle aziende delocalizzate. Si tratta perciò di due offerte diverse indirizzate a due tipologie di aziende che hanno scelto due diversi modi di fare impresa che secondo noi andavano gestite con una struttura aziendale conforme».

Si estende la presenza nel mondo Sap
Una delle prime decisioni strategiche di Var Group è stata quella di aprire la propria area di attività all’ecosistema Sap. «Da anni eravamo presenti nel modo Sap con Business One, un gestionale specifico per le piccole imprese – dichiara  Moriani -. In occasione della riorganizzazione abbiamo voluto estendere la nostra copertura del mercato anche alle aziende maggiori investendo in due società specializzate nella implementazione di soluzioni Sap ossia nella toscana Business Engineering e nella romana Technis. Questo è solo il primo passo di un progetto destinato ad evolversi nel tempo».

Questi investimenti sono in linea, precisa Moriani, con la strategia del gruppo di supporto della filiera del made-in-Italy: «Oggi abbiamo due offerte parallele. La prima consiste in una serie di soluzioni sviluppate in Italia e portatrici di una cultura d’impresa italiana che punta ad ottimizzare le attività aziendali all’interno dei distretti di appartenenza. La seconda fa leva su soluzioni standard per supportare le aziende italiane anche solo parzialmente delocalizzate: fino a ieri era orientata prevalentemente verso le imprese minori ed oggi invece copre tutto il mercato».
Questo avvicinarsi a Sap, abbiamo chiesto, in che modo influisce sui vostri rapporti tradizionali con Ibm?
«In modo positivo – risponde Moriani – perché in effetti si viene ad instaurare un rapporto a tre, includendo anche Sap Italia Consulting (società del gruppo Ibm – ndr) con cui si viene ad instaurare un rapporto di sinergia positiva».

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