Tre le regole d’oro da seguire se il proprio busines é online: far convivere i nuovi metodi di vendita con quelli tradizionali; valorizzare le opportunità che solo il Web può offrire; valutare le caratteristiche che fanno di un settore un business profittevole
Per più di un anno il fenomeno e-commerce è
risultato essere poco meno di un fuoco fatuo. Numerosi investitori si sono
bruciati dopo il fallimento di realtà come Pets.com, eToy e Webvan, anche se un
significativo numero di utenti statunitensi sta cominciando a effettuare
acquisti online.
Stando a quanto riferito da Rob Solomon, manager di Yahoo
Shopping, fare shopping su Internet starebbe diventando sempre più comodo, tanto
che tempo e denaro spesi in questa maniera sarebbero in aumento.
Un
banco di prova utile per sincerarsi del presunto fenomeno potrebbero essere le
ormai imminenti vacanze natalizie, che dovrebbero testare la propensione agli
acquisti sulla Rete nonostante il non propriamente favorevole momento di
congiuntura economica.
Da parte loro i ricercatori di mercato hanno già
predetto che la spesa online potrebbe subire un incremento compreso tra il 20 e
il 40% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Una percentuale che conta
comunque meno del 2% sulla spesa totale degli acquisti tradizionali effettuati
solo negli Stati Uniti.
Insomma, secondo molti, l’e-commerce sarebbe una
promessa mancata dove i profitti rimangono elusivi e dove molti dei
‘sopravvissuti’ hanno dovuto rimettere mano alle proprie strategie alleandosi
con nuovi partner o rilevando i propri competitor sul mercato.
Ma nel
quadro tratteggiato non mancano i consigli pratici per tornare a essere
profittevoli, primo fra tutti combinando il meglio del Web con i metodi di
vendita tradizionali. Il rallentamento che ha colpito l’economia mondiale in
questi ultimi mesi ha infatti decretato il fallimento di numerose iniziative
online, ma ha anche sancito la nascita di una nuova generazione di e-tailer.
Un nome su tutti, Amazon.com ha imboccato la strada della salvezza
alleandosi con alcuni rivenditori di tipo tradizionale, tra cui Toys R Us,
Border Books, Circuit City e, più recentemente, Target che dallo scorso mese di
ottobre ha cominciato a vendere vestiti, gioielli e altri articoli ospitato su
una sezione del sito di Jeff Bezos.
Ogni partner ha la sua parte di
competenze, e mentre gli specialisti del commercio online si occupano delle
operazioni su Internet – come per esempio le transazioni -, i retailer
tradizionali si occupano dell’inventario e della distribuzione. L’obiettivo
finale è quello di fornire agli utenti un servizio perfettamente integrato e
coordinato sia esso di tipo offline, oppure online. Il tutto senza pericolo di
eventuali cannibalizzazioni. Una recente indagine condotta da Jupiter Media
Metrix mostra infatti come per ogni dollaro speso per un acquisto online, si
spende cinque volte tanto nel negozio tradizionale. Il tutto a conferma del
fatto che esistono diversi modi di effettuare uno stesso
acquisto.
Considerando inoltre che i siti Internet in generale hanno
finito per creare delle vere e proprie comunità in cui gli utenti si ritrovano
per condividere interessi simili, l’introduzioni di fattori quali le aste online
e l’applicazione di prezzi fissi sui prodotti o servizi commercializzati, è da
considerare come altamente strategica.
Non a caso, se un sito Internet
aggiunge convenienza e valore alla propria offerta, l’utente non potrà che
andare nella sua direzione. Un concetto questo messo a buon frutto dal settore
travel che su Internet ha trovato la propria dimensione ottimale.
Secondo
quanto riportato dalla società di misurazione ComScore Networks, nonostante
l’allarmismo creato dagli attacchi terroristici che hanno colpito gli Stati
Uniti lo scorso 11 settembre, solo nei primi nove mesi del 2001 la spesa per i
viaggi online ha pesato per ben due terzi sul totale degli acquisti effettuati
via Web. Non a caso, caratteristiche quali l’intangibilità della proposta
d’offerta e l’estrema sensibilità al prezzo della stessa fanno di Internet il
canale preferenziale per questo genere di business.