E’ ora di misurare il cloud

A CA World, Carnegie Mellon University propone la creazione di un indice dinamico per misurare i servizi cloud. E CA Technologies lo adotta nel suo Cloud Commons.

Nel momento in cui tutto il mondo It sembra convergere verso la nuvola, inevitabile sorga anche la richiesta di criteri certi di misurabilità dei servizi cloud.
Così, nella giornata di inaugurazione del CA World, la Carnegie Mellon University ha annunciate il varo di una nuova iniziativa con l’obiettivo mettere a punto metriche globalmente accettate per calcolare rischi e benefici sei servizi di cloud computing.
L’obiettivo è offrire ai Cio metodiche standardizzate per mettere a confronto i servizi cloud sviluppati internamente o erogati da provider esterni.

Per sviluppare queste metriche, Carnegie Mellon intende dar vita a un consorzio al quale dovrebbero prendere parte opinion leader, istituzioni scolastiche e universitarie, aziende utenti finali e fornitori di tecnologie e soluzioni tecnologiche, tutti già esperti nella misurazione dei servizi abilitati dall’It.
Dal lavoro di questa task force dovrebbe prendere vita un indice dinamico (Smi – Service Measurement Index), che fungerà da guida per la valutazione e la misurazione dei servizi cloud.

Tra i primi ad aderire alle line guida del Service Measurement Index, CA Technologies, che ha deciso di farne lo strumento chiave della sua più recente iniziativa, annunciata anch’essa in apertura dell’edizione 2010 del CA World: Cloud Commons.
”Cloud Commons – spiega David Hodgson, senior vice president CA Technologies, – è una community che stiamo lanciando proprio in questi giorni, alla quale sono invitati a prendere parte tutti coloro interessati al cloud. Un sito web attraverso il quale tutti gli interessati possano avere accesso immediato alle fonti di informazioni utili per determinare, in un’ottica di massima trasparenza, le strategie aziendali in materia di cloud”.

Cloud Commons, al cui sviluppo contribuiscono TM Forum, Red Hat, Carnegie Mellon University e Insight Investments, che ospita il sito, nasce dunque come ambiente virtuale ricco di informazioni, costruito secondo una logica Web 2.0, dunque aperto a commenti e contributi da parte di tutti partecipanti alla community.
Un ”Trip advisor”, lo definisce Hogdson, un consulente di viaggio che accompagna le imprese nella loro migrazione verso il cloud, condividendo esperienze, know-how, best practice, e avendo accesso ai consigli degli esperti di settore e a una vasta directory di provider e di servizi di tipo cloud.

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