Diventa multipiattaforma lo storage di Ibm

Entro l’estate, Ibm ha intenzione di rafforzare il proprio impegno sullo storage, rilasciando il primo sottosistema in grado di essere condiviso fra differenti server Windows Nt e Unix, anche di marche diverse fra loro. Il prodotto porta il nome in cod …

Entro l’estate, Ibm ha intenzione di rafforzare il proprio impegno sullo
storage, rilasciando il primo sottosistema in grado di essere condiviso fra
differenti server Windows Nt e Unix, anche di marche diverse fra loro. Il
prodotto porta il nome in codice di Tarpon e rappresenta il più concreto
sforzo di Big Blue per riguadagnare il terreno ceduto negli ultimi tempo
soprattutto a Emc. Tarpon sarà basato sull’architettura Seascape e
supporterà gli ambienti operativi Hp-Ux, Solaris, Windows Nt, oltre al
proprio Aix Rs/6000. Per la connessione ai server, saranno utilizzate le
tecnologie standard Scsi e Fibre Channel, anche se basate internamente sui
drive proprietari Ssa.
Dall’architettura Seascape, sarà mutuato l’impiego delle schede Rs/6000,
anziché dei controller proprietari. Ibm spera così di interessare una fe
tta
più consistente di mercato e di sfruttare per Tarpon lo stesso software di
management utilizzato per le proprie stazioni di lavoro. A differenza dei
Symmetrix di Emc, invece, non saranno inizialmente supportati i mainframe,
ma il costruttore ha già pianificato anche questo passaggio con una
successiva generazione di dispositivi, denominati in codice Shark (dei
quali ancora non si conoscono i tempi di rilascio).

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