Disaster recovery a distanza. L’esperienza di Mps

All’interno di Monte dei Paschi di Siena, il Consorzio che eroga i servizi centralizzati di Ict a diverse realtà operanti nel settore bancario e finanziario, ha implementato un’infrastruttura per il backup in remoto utilizzando i componenti di networking di Cisco e i sistemi storage di Ibm

La scelta di soluzioni storage in grado di fornire un servizio di
archiviazione dati di livello eccellente, per disponibilità e
prestazioni, è una delle componenti essenziali per gestire
adeguatamente quegli eventi che, altrimenti, potrebbero interrompere,
in modo completo o parziale, l’erogazione dei servizi di un’azienda.
Questa è la considerazione che ha portato molte organizzazioni attive
nel settore banking, negli ultimi periodi, a implementare soluzioni
per la continuità operativa, in grado di garantire il ripristino del
servizio in tempi estremamente ridotti. Si tratta, infatti, di una
delle condizioni da considerarsi vitali, soprattutto per gli istituti
di credito cosiddetti “sistemici” che, per le loro dimensioni,
influiscono in modo significativo sull’intero circuito interbancario
nazionale.
Il Consorzio Operativo Gruppo Mps (Monte dei Paschi di Siena) ha
interpretato questa tendenza, supportando i processi critici con la
creazione di una San.
ll progetto di implementazione, avviato qualche anno fa, ha
raggiunto oggi la sua piena maturazione
– ha chiarito Vittorio
Giraudini
, responsabile ufficio sistemi del Consorzio Operativo
Gruppo Mps – e ci ha fornito l’opportunità di collocare, nel contesto
di un controllo centralizzato simile a quello esistente per il mondo
mainframe, una parte significativa dei dati “open” presenti sulle
nostre piattaforme operative in ambienti Windows o Unix
“. Mentre nel
caso dei mainframe è sempre stata naturale l’adozione di dispositivi
fisici pienamente ridondati per la protezione dei dati contenuti, per
i sistemi periferici non era inizialmente necessario un approccio
altrettanto rigoroso, data la natura dei dati in essi presenti che
non avevano, generalmente, un impatto diretto sull’erogazione del
servizio.

Continuità di servizio garantita
Con l’evoluzione del sistema informativo su piattaforme eterogenee si
è reso, invece, necessario adottare un trattamento analogo anche per
questi dati, attraverso l’implementazione di un’infrastruttura di
connettività in fibra fra i server e i componenti di storage
centralizzati. In relazione alla continuità del servizio, inoltre,
soddisfare le esigenze di backup dei dati non appariva un problema di
facile soluzione.
Anche considerando le operazioni bancarie più semplici, il flusso
informativo attraversa comunque piattaforme eterogenee, sistemi open
e mainframe, memorizzando le informazioni sui rispettivi archivi e
database
– ha tenuto a precisare Roberto Pianigiani, responsabile
della divisione Facility Management, settore Sistemi Centrali, del
Consorzio Operativo Gruppo Mps -. Le procedure di salvataggio dei
dati critici, eseguite quotidianamente con modalità e supporti non
omogenei, non rispecchiavano più le nostre reali necessità. Per
questo motivo, relativamente ai dati aziendali strategici,
l’orientamento del Gruppo sulla problematica del disaster recovery è
stato, fin dall’inizio, quello di una replicazione in tempo reale, su
una struttura ubicata a una distanza sufficientemente elevata da
garantire una protezione verso il rischio di eventi critici
“.

L’architettura di riferimento
La soluzione adottata dal Consorzio si avvale dei Multilayer Switch
Mds 9000 di Cisco Systems con architettura a due livelli, core-edge
(come si evince dalla figura) e, per la parte di storage, poggia sui
sottosistemi a disco Ibm Ess (Enterprise Storage Server) e sulle
librerie a nastro Ibm basate su tecnologia Lto (Linear tape open).
Questa configurazione ci ha consentito di costruire
un’infrastruttura scalabile, a elevata disponibilità, con gestione
unificata
– ha sottolineato Walter Gammarota, responsabile Cost
Management del Consorzio Operativo Gruppo Mps -. Relativamente alla
problematica della continuità operativa il progetto, attualmente in
corso, prevede una replicazione con modalità sincrona di tutti i dati
relativi al core business aziendale utilizzando una funzionalità,
presente sui sottosistemi Ibm Ess, denominata Pprc (Peer-to-peer
remote copy – ndr). Lo spostamento delle informazioni viene garantito
dalla disponibilità di canali in fibra aelevata velocità, fino a 2.5
Gigabit al secondo, che ci permettono di ottenere un round trip time
inferiore al millisecondo
“.

Replica in remoto su fibra
Una volta che i dati sono memorizzati sui sistemi di archiviazione
centrali è, inoltre, più semplice costruire l’infrastruttura per la
replicazione degli stessi. “Ad esempio – ha puntualizzato Gammarota
-, nel nostro caso viene utilizzato un servizio di trasporto su fibra
ottica che prevede l’impiego di apparati Cisco della famiglia Ons
Serie 15500, che sfruttano la tecnologia Dwdm (Dense wavelenght
division multiplexing – ndr)
“.
Partendo dalla risposta ai vincoli imposti dalle istituzioni
centrali in materia di disaster recovery e continuità operativa del
servizio
– ha concluso Giraudini -, il Consorzio sta portando avanti
una scelta più ambiziosa, che porterà vantaggi quotidiani alla
qualità del servizio erogato. La realizzazione di questo progetto
permetterà al Gruppo di presentarsi alla clientela con una garanzia
sulla continuità nell’erogazione dei servizi di notevole livello,
valore, questo, oggi fortemente percepito
“.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome