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Digital Innovation Hub, la trasformazione digitale sul territorio

Entro il 2020 ogni Regione europea dovrà avere almeno un Digital Innovation Hub (Dih), ovvero un centro di supporto per le Pmi impegnate nella trasformazione digitale.

È questo l’obiettivo dell’Unione europea che sta lavorando anche per migliorare l’accesso all’intelligenza artificiale con finanziamenti per un Fondo di investimento europeo per la digitalizzazione, da varare forse nell’ambito del piano Juncker.

Il progetto dei Digital Innovation Hub

Alla formazione di nuove competenze digitali, invece, mira l’iniziativa dei tirocini dei giovani in grandi aziende tecnologiche con un progetto pilota di 10 milioni di euro fino al 2020 per 5-6mila studenti. A fine aprile inoltre la Commissione presenterà un’iniziativa sull’intelligenza artificiale. Per quanto riguarda i Digital Innovastion Hub attualmente sono già operative circa 210 strutture in una trentina di paesi di cui 11 in Italia. Ci sono però grandi sproporzioni tra uno Stato e l’ altro, soprattutto ci sono territori scoperti e altri con un’ elevata concentrazione. L’obiettivo è di arrivare alla capillarità nelle oltre 300 regioni europee.

Molti Digital Innovation Hub hanno una loro specializzazione ma la Ue vuole che ci sia uno scambio continuo di best practice e che ogni centro indirizzi gli imprenditori verso altri Hub nel caso di progetti sviluppati in ambiti diversi dal proprio. Bisogna andare verso il consolidamento di una rete che faciliti anche progetti transfrontalieri nel campo di Industria 4.0 e in settori di altissima tecnologia come i supercomputer e i semiconduttori. Per i Digital Innovation Hub la Commissione mobiliterà 300 milioni tra il 2018 e il 2020.

Il piano di Macron

Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale la Francia si è già mossa in modo autonomo. Emmanuel Macron ha presentato nei giorni scorsi al Collège de France i dettagli della strategia del governo in materia di intelligenza artificiale. I pilastri del programma prevedono il consolidamento in Francia e in Europa dell’ecosistema dell’intelligenza artificiale e in particolare, per quanto riguarda i talenti, una rete di ricerca e sperimentazione. “Avviare una politica determinata di apertura dei dati per far emergere in Francia campioni dell’intelligenza artificiale o incoraggiarne lo sviluppo“.

Avere una strategia sia finanziaria che progettuale, una strategia pubblica francese ed europea, che ci permetta in certi settori di sviluppare, accelerare la nostra presenza e riuscire pienamente nella competizione internazionale, dalla salute alla mobilità“.

Pensare i termini di un dibattito politico ed etico che l’intelligenza artificiale alimenta ovunque nel mondo e di cui dobbiamo stabilire i termini perché dobbiamo articolare una riflessione e delle regole e una comprensione comune“.

Per questo è stato varato un programma nazionale per l’intelligenza artificiale con la creazione di una rete di istituti dedicati, con 4 o 5 sedi in Francia, la creazione di un programma di cattedre individuali e il raddoppio delle capacità di formazione in Ia. Al piano per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, il governo francese ha destinato 1,5 miliardi di euro.

In termini di finanziamenti, dobbiamo avere un approccio proattivo“, ha detto il Presidente della Repubblica francese. Dei 10 miliardi di euro dedicati all’innovazione annunciati all’inizio dell’anno, Emmanuel Macron ha indicato che a partire dal 2018 saranno stanziati 100 milioni di euro per lo start-up di Ia, 70 milioni di euro all’anno saranno dedicati alla nascita di start-up via Bpifrance, 400 milioni di euro saranno destinati al finanziamento di sfide nel campo dell’innovazione o di progetti industriali dedicati all’intelligenza artificiale per i laboratori di ricerca e 800 milioni di euro saranno destinati alla ricerca nel campo della nanoelettronica entro il 2024. In totale, 1,5 miliardi di euro saranno assegnati specificamente al Piano di Intelligenza Artificiale durante il quinquennio, “portando direttamente a 500 milioni di euro di ulteriori investimenti privati“.

Macron sa che la concorrenza internazionale nel settore dell’intelligenza artificiale è fortissima. La Cina, per esempio, vuole diventare “il principale centro di innovazione Ia del mondo” entro il 2030. Per questo sta investendo parecchio in tutti gli aspetti della tecnologia dell’informazione, dal calcolo quantico alla progettazione di chip.

Negli ultimi mesi, il governo centrale e l’industria cinese hanno lanciato una serie di iniziative di intelligenza artificiale come un parco tecnologico Ia di 2,1 miliardi dollari nella periferia occidentale di Pechino. La spesa totale del governo degli Stati Uniti per i programmi di intelligenza artificiale nel 2016 era di circa 1,2 miliardi dollari.

 

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