Sembrava che la societ` californiana volesse appoggiarsi a un fornitore esterno per condividere i rischi e la produzione delle proprie VisualWorkstation. Invece, vista l’infruttuosa ricerca, l’ex Silicon Graphics gestir` in casa e in toto questi prodotti.
I cambi di rotta di Sgi sul versante delle stazioni di lavoro Wintel ormai
cominciano a essere numerosi e contrastanti fra loro. Solo nello scorso
agosto, la società, che attraversa un difficile periodo finanziario, aveva
annunciato l’intenzione di trovare un partner con cui realizzare una joint
venture che, di fatto, avrebbe scorporato questa divisione dal corpo
dell’azienda. Ma la ricerca si è rivelata infruttuosa e allora l’azienda
californiana è tornata sui propri passi e ha deciso di tenersi la linea di
prodotti, peraltro riducendo gli orizzonti di sviluppo verso la fascia alta
dei sistemi desktop e tagliando, di conseguenza, lo sviluppo dei modelli
320 e 540 di Visual Workstation.
La conseguenza di questa decisione è che la futura offerta Wintel di
Silicon Graphics andrà a limitarsi a prodotti standard, sui quali proporre
valore aggiunto. Inoltre, la cancellazione costerà all’azienda 40 milioni
di dollari per lo stop a contratti già chiusi e 20 milioni in eccesso di
magazzino. Fallisce, in pratica, il tentativo di realizzare nell’area
"bassa" delle stazioni di lavoro, quanto era riuscito nel mondo Unix, con
prodotti raffinati, pieni di tecnologia propria, ma anche più costosi. La
storia dell’ingresso di Sgi nel campo Wintel è stata lastricata di
difficoltà di produzione, ritardi e problemi di distribuzione. Da ultimo,
è
arrivato il chipset 840 di Intel, che fornisce molti dei vantaggi di data
transfer interno che il costruttore aveva inserito nella prima macchine
Intel-based, lanciate quasi due anni fa.
Ora, gli sviluppi attesi su questo fronte vanno tutti in direzione di
Linux, che già ha acquisito una certa popolarità in settori come
l’education e la Pubblica amministrazione. La concessione delle librerie
grafiche OpenGl alla comunità open source dovrebbe favorire la crescita di
tutto il mercato. Le nuove macchine che usciranno saranno vendute assai pi
ù
attraverso distributori che non direttamente dal produttore. Allo scopo, è
stato siglato un accordo con Ingram Micro, che dovrebbe aprire a Sgi un
mondo di rivenditori sin qui non toccato.
In compenso, il produttore americano potrebbe vendere presto la propria
divisione Cray a una piccola azienda chiamata Gores Technologies Group.
Fonti vicine all’azienda hanno dichiarato che le due società sono in
trattativa da ormai due mesi e che Gores, che ha sede a Los Angeles e a
Boulder, negli Stati Uniti, avrebbe offerto in prima battuta 100 milioni di
dollari per entrare in possesso di Cray, che in America è tuttora una vera
e propria leggenda nel settore informatico. Tuttavia, sempre secondo le
fonti citate, Gores avrebbe successivamente ridotto l’offerta.
Silicon Graphics ha annunciato nell’agosto scorso la decisione di creare
una business unit separata per l’attività di Cray, nell’ambito di una
ristrutturazione che ha comportato fra l’altro una riduzione di 1.500
dipendenti. Fin da allora, Sgi ha cercato un acquirente per Cray sul
mercato, ma questa volta l’accordo sarebbe a un passo dalla conclusione.