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Diego Piacentini è il nuovo Commissario all’Innovazione del Governo

Due anni di aspettativa a partire dalla prossima estate. È questo l’annuncio che arriva in queste ore dal quartier generale di Amazon: Diego Piacentini, senior vice president della società lascerà per un periodo di due anni il proprio incarico per tornare in Italia e assumere il ruolo di manager digitale del Governo.
Ed è lo stesso presidente del Consiglio Matteo Renzi a darne conferma con un tweet nel quale ringrazia direttamente Jeff Bezos per l’opportunità di poter lavorare con Piacentini sull’innovazione.
Jeff Bezos Renzi Piacentini tweet

Tweet Renzi Piacentini
Dopo 16 anni in Amazon – scrive invece nella nota ufficiale lo stesso Piacentini è il momento per me di fare qualcosa per il Paese nel quale sono nato e ho vissuto per 40 anni”.
Piacentini svolgerà il suo incarico pro bono e si trasferirà a Roma, anche se, sono sempre le note ufficiali a darne notizia, per lui si apre di fatto un periodo di pendolarismo tra l’Italia e Seattle, dove intende tornare regolarmente per trovare la sua famiglia.

Le lezioni di Amazon serviranno all’Italia?

Piacentini, 55 anni, un passato in Apple prima di entrare in Amazon, è convinto di poter portare parte di ciò che ha acquisito in azienda al servizio del nostro Paese.
A partire dal Kindle.
Per sua stessa ammissione, avendo imparato, negli allora difficili anni di Apple, quanto fosse duro vendere hardware, si era mostrato alquanto scettico di fronte al progetto di Jeff Bezos.
I fatti gli hanno dato evidentemente torto.
Da qui la prima lezione: “Mai dire non funzionerà mai”, scrive lui stesso nella nota.
La seconda lezione che intende portare con sé in Italia è la necessità di una ferrea organizzazione quando si tratta di grandi idee o progetti. Ci vogliono pensiero innovativo, trasparenza, autocritica, visione di lungo termine, sostiene: “Mai farsi ossessionare dai risultati di breve termine. E soprattutto, mettere sempre il cliente al primo posto”.

Il commento di un collega

In queste ore la notizia ha forte eco sui media nazionali, anche perché Piacentini è una persona ben conosciuta nel mondo giornalistico.
Tra i tanti commenti letti, riportiamo quella del collega Luigi Ferro  che a nostro avviso riesce a dare un profilo dell’uomo, così come lo abbiamo fino a oggi conosciuto.

Come molti giornalisti che si occupano di tecnologia in questi anni mi è capitato di intervistare Piacentini. Competente, simpatico, educato, affabile (l’arroganza la lasciava a qualcuno del suo staff), pure interista, mi è sempre sembrato una brava persona.

Poi pensi che ha lavorato senza problemi con quello che è stato definito “il peggior ceo del mondo” e che sulle condizioni di lavoro di Amazon nel mondo si è scritto parecchio e qualche dubbio ti viene. Probabilmente, come poi mi ha raccontato qualcuno, c’è anche un altro aspetto meno polite e molto più duro. Ma fa parte delle regole del gioco. Non arrivi a quei livelli solo di fioretto.
Magari non lo definirei “guru” come ha fatto La Stampa, ma questo vuole essere un complimento. La prima volta si è presentato in netto ritardo all’intervista, si è scusato e senza problemi ha detto che il jet-leg non gli aveva fatto sentire la sveglia. Tanto per dire quando Bill Gates è venuto in Italia, Luca di Montezemolo si è presentato in ritardo. E sembra che l’agenda di Bill sia più piena della mia.
L’Italia l’ha sempre seguita. Non so se lo facesse con tutti i paesi ma quando c’era da presentare qualcosa di importante arrivava lui e parlava solo lui. Il country manager italiano neanche si faceva vedere alle conferenze stampa.
Per chiudere un’intervista una volta gli chiesi (in epoca molto pre-Renzi) cosa pensasse dell’Italia. Svicolò, disse qualche banalità del tipo che lui viveva negli Usa, ma l’impressione fu che veramente in quel momento gli fregasse poco del paese.
Forse sbagliavo oppure in quel momento aveva altro per la testa. Oggi che Amazon è cresciuta che l’espansione all’estero è andata avanti e che la sua carriera è compiuta si è guardato intorno.
Dagli Usa ha intravisto qualcosa che io non riesco a vedere. Quella che a lui sembra una speranza per me è l’ennesima delusione, quelli che per lui sono segnali di cambiamento per me sono un politico vecchio e un paese che si rifiuta di prendere atto della realtà, corre dietro al cadavere di un santone e guarda Sanremo.
Non mi piace che il suo incarico non sia retribuito, il lavoro si paga sempre, non mi piace l’aspettativa di due anni (ma ci facciamo problemi noi con gli eventuali conflitti di interesse?) e vorrei capire qualcosa in più sulla governance. Perché questo è il vero problema.
Sono convinto che non abbia la minima idea del mondo assurdo che si troverà ad affrontare ed è un fatto che fino a oggi Renzi dal punto di vista del digitale abbia combinato veramente poco. Anche quando nominò la tizia che l’ha preceduto (non ricordo neanche come si chiamasse) si diceva che avevamo ‪#‎cambiatoverso‬. E’ finita che la tizia ha aiutato la Moretti a perdere in Veneto. Cottarelli e Perotti ci hanno provato su altri temi e hanno rimbalzato e Campo dall’Orto è già sotto schiaffo. Lui mi pare abbia probabilità ancora più basse di farcela, ma merita gli auguri.
luigiferro010@gmail.com

1 COMMENTO

  1. Come molti giornalisti che si occupano di tecnologia in questi anni mi è capitato di intervistare Piacentini. Competente, simpatico, educato, affabile (l’arroganza la lasciava a qualcuno del suo staff), pure interista, mi è sempre sembrato una brava persona.
    Poi pensi che ha lavorato senza problemi con quello che è stato definito “il peggior ceo del mondo” e che sulle condizioni di lavoro di Amazon nel mondo si è scritto parecchio e qualche dubbio ti viene. Probabilmente, come poi mi ha raccontato qualcuno, c’è anche un altro aspetto meno polite e molto più duro. Ma fa parte delle regole del gioco. Non arrivi a quei livelli solo di fioretto.

    Magari non lo definirei “guru” come ha fatto La Stampa, ma questo vuole essere un complimento. La prima volta si è presentato in netto ritardo all’intervista, si è scusato e senza problemi ha detto che il jet-leg non gli aveva fatto sentire la sveglia. Tanto per dire quando Bill Gates è venuto in Italia, Luca di Montezemolo si è presentato in ritardo. E sembra che l’agenda di Bill sia più piena della mia.

    L’Italia l’ha sempre seguita. Non so se lo facesse con tutti i paesi ma quando c’era da presentare qualcosa di importante arrivava lui e parlava solo lui. Il country manager italiano neanche si faceva vedere alle conferenze stampa.

    Per chiudere un’intervista una volta gli chiesi (in epoca molto pre-Renzi) cosa pensasse dell’Italia. Svicolò, disse qualche banalità del tipo che lui viveva negli Usa, ma l’impressione fu che veramente in quel momento gli fregasse poco del paese.
    Forse sbagliavo oppure in quel momento aveva altro per la testa. Oggi che Amazon è cresciuta che l’espansione all’estero è andata avanti e che la sua carriera è compiuta si è guardato intorno.

    Dagli Usa ha intravisto qualcosa che io non riesco a vedere. Quella che a lui sembra una speranza per me è l’ennesima delusione, quelli che per lui sono segnali di cambiamento per me sono un politico vecchio e un paese che si rifiuta di prendere atto della realtà, corre dietro al cadavere di un santone e guarda Sanremo.

    Non mi piace che il suo incarico non sia retribuito, il lavoro si paga sempre, non mi piace l’aspettativa di due anni (ma ci facciamo problemi noi con gli eventuali conflitti di interesse?) e vorrei capire qualcosa in più sulla governance. Perché questo è il vero problema.

    Sono convinto che non abbia la minima idea del mondo assurdo che si troverà ad affrontare ed è un fatto che fino a oggi Renzi dal punto di vista del digitale abbia combinato veramente poco. Anche quando nominò la tizia che l’ha preceduto (non ricordo neanche come si chiamasse) si diceva che avevamo ‪#‎cambiatoverso‬. E’ finita che la tizia ha aiutato la Moretti a perdere in Veneto. Cottarelli e Perotti ci hanno provato su altri temi e hanno rimbalzato e Campo dall’Orto è già sotto schiaffo. Lui mi pare abbia probabilità ancora più basse di farcela, ma merita gli auguri.

    luigiferro010@gmail.com

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