Dieci e cento (Mbps)

Il numero di Smau e l’invidia iperborea.

Dieci è un numero che ricorre nell’edizione di Smau ancora in corso a Milano.

Dieci come le conferenze stampa pianificate, quattro il primo giorno, tre per i due successivi.
La circostanza, che bussa alla porta dell’interesse, aumenta di significato se la si confronta con le decine, se non centinaia di appuntamenti mediatici degli Smau degli anni del boom della manifestazione.

Fra i tanti significati del dato ne cogliamo due: oggi si comunica in modo diverso e una conferenza stampa vecchio stile magari non serve più (però, a quella di Ibm e, ancora di più di Microsoft, c’era il pienone); oggi non si comunica più. Amare tutte e due, peggio la seconda.

Dieci sono anche le regole che compongo, appunto, il decalogo sull’Ict della School of management del Politecnico di Milano snocciolato a Smau.

E il primo punto, se vogliamo, si collega proprio alle considerazioni precedenti sul comunicare: basta parlare più di Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, piuttosto serve discutere di Tecnologie per l’Innovazione e la Competitività.

Non sappiamo se la cosmesi lessicale potrà bastare: la sensazione è che non si deve tanto ancora parlare di innovazione, quanto farla. Ma accettiamo pure il consiglio del Polimi.

Poi la Som per superare il digital divide invita a praticare un elettroshock culturale, a rendere l’Ict più attraente e comprensibile: basta linguaggio da iniziati. Poi: va sviluppata una vera conoscenza del valore gestionale della tecnologia.

Il che lo si ottiene rinunciando a ispirarsi alle medie aritmetiche e facendo più ricorso alle best practice, termine che in ottemperanza al dettame precedente andrebbe tradotto con “esempio virtuoso di comprovata efficacia pratica”.

Ancora: illuminare gli imprenditori sull’Ict, valorizzare la componente italiana, pensare il digitale in toto, cioè su tutti i mezzi di comunicazione, portarlo nella Pa, e quindi nella politica e, alla fine, farsi finanziare questa benedetta banda larga.
In Finlandia si pensa che questa sia un diritto e l’anno prossimo tutti i cittadini avranno almeno 1 Mbps.

Comprensibile essere invidiosi, ma anche inutile, perché nel 2015 quel Mbit si moltiplicherà, sempre de iure, per cento.

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