Home Digitale Come DevOps sta trasformando ogni azienda, il punto a Milano

Come DevOps sta trasformando ogni azienda, il punto a Milano

Oggi dire DevOps significa affermare che ogni azienda sta diventando una software house.

La trasformazione digitale in atto ha i dati al centro ed è espressa attraverso applicazioni in grado di fornire una reale esperienza digitale.

Ma le cose non sono semplici: ci sono le applicazioni legacy, che necessitano di miglioramenti, e ci sono le nuove applicazioni (cloud-native, mobili, IoT) che vengono sviluppate, erogate e aggiornate in modi radicalmente diversi.

Comunque la si guardi l’innovazione guidata dal software deve essere flessibile, veloce e automatizzata. Chi saprà cogliere l’importanza delle pratiche orientate in tal senso, come DevOps, low-code/no-code e open source, disporrà di un grande vantaggio competitivo.

Idc si aspetta che le aziende che abbracceranno processi DevOps aumenteranno il rilascio di codice del 50% e che nel 2021 il numero di sviluppatori low-code/no-code crescerà a tre cifre.

A che punto è DevOps in Italia

Secondo Idc le aziende italiane stanno sperimentando logiche DevOps per accelerare e governare i processi di innovazione, nei dipartimenti IT e nella relazione con gli stakeholder.

Accompagnare l’estensione a livello aziendale in termini organizzativi e di competenze è fondamentale per lavorare in ambienti cloud e multicloud, ma la strada intrapresa verso approcci Agile/DevOps presenta sfide e continui adattamenti.

Alla Idc Devops Conference 2019 di Milano verrà quindi dato uno sguardo alle dinamiche dei mercati globali e nazionali per contestualizzare ruolo e significato dei metodi e degli approcci agli sviluppi e all’innovazione nel quadro della trasformazione digitale, fare il punto sull’adozione di metodologie DevOps: linguaggi, strumenti, processi, comprendere step incrementali rispetto a benefici, aspettative, complessità, identificare i punti chiave per estendere la metodologia DevOps (prospettive di business agile culture), riflettere sulle implicazioni in termini di competenze, ruoli, logiche organizzative.

Interessante sarà la testimonianza di Antonio Tommaso, DevOps Evangelist, Consulente per l’innovazione tecnologica di Inail, che nella presentazione del proprio intervento scrive che “nel nostro viaggio verso l’adozione di pratiche DevOps ci troviamo tra il dire e il fare, con una consapevolezza sempre più chiara che su Kubernetes non ci finirà soltanto qualche nostro software, ma il nostro modo di lavorare. Il passato è perduto oramai, ma il futuro è sempre più difficile da prevedere nei dettagli: abbiamo bisogno di nuove competenze al nostro interno, gente che sappia camminare e sappia cambiare direzione. Noi siamo una PA, non siamo Amazon, ma per tutti gli utenti oramai, compresi i nostri, l’esperienza attesa – pretesa quasi – è quella Amazon e quindi i suoi paradigmi tecnologici ci servono per trovare la nostra via di continuous change. Il mito del software perfetto, che subisce ogni cambiamento come un fastidio, è caduto. “Mutando, riposa”: con queste parole Eraclito parlava del fuoco. Con le stesse parole si dovranno descrivere i sistemi informativi e le organizzazioni future“.

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