Dati sensibili in ambienti virtuali: crittografia prima scelta di sicurezza

Emerge da una ricerca europea di SafeNet. Ma username e password non tramontano: usati da due aziende su tre.

SafeNet ha condotto insieme alla rivista inglese Sc Magazine una ricerca sulla sicurezza informatica nelle transazioni online, negli ambienti virtuali delle aziende.

La ricerca ha raccolto l’opinione di responsabili It di circa 170 aziende europee di diversi settori, tra telecomunicazioni, software, manifatturiere e servizi, bancarie e Pubblica Amministrazione.

Ne è emerso che la crittografia è la soluzione di data security maggiormente cercata dagli intervistati.

Lo spaccato delle applicazioni crittografiche assegna il primato all’e-mail, con il 38% degli utilizzatori.
Seguono la crittografia dei dischi (36%), file (35%), ambienti end-to-end (34%), database (33%). Percentuali inferiori l’encryption di ambienti di storage networking: 19% per le San, 12% per i Nas.

Riguardo la preoccupazione principale, il 52% degli intervistati ha risposto che è sulla sicurezza in ambienti cloud, mentre il 46% degli intervistati ritiene la sicurezza per le transazioni online negli ambienti virtuali una priorità assoluta.

Il 70% degli intervistati, comunque, ha dichiarato di memorizzare i dati sensibili sia su macchine virtuali (35%), sia in ambienti cloud privati (26%) o pubblici (9%).

Peraltro il 55% degli It manager intervistati è preoccupato dei dati che risiedono in ambienti multi-tenant.

La preoccupazione maggiore è che gli amministratori di sistemi cloud possano aver un accesso privilegiato ai dati (53%) o che vi sia mancanza di visibilità su dove, quali e quando i dati risiedano nel cloud (50%).

In questo senso la posizione recentemente assunta dal Commissario europeo Viviane Reding riguardo un sistema unico europeo di data protection si dimostra in linea con le attese del business.

E, infine, il 69% degli intervistati utilizza ancora username e password per proteggere l’accesso alle informazioni.

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