Datamatic rilancia Wellcome

La catena dovrebbe arrivare a 250 punti vendita con un diverso sistema per le royalty

Per competere bisogna essere più bravi degli altri, cercando di “rubare” i clienti ai concorrenti. E soprattutto, limitare i costi“. Questa, in estrema sintesi, la strategia di Datamatic espressa dal neo amministratore delegato, Stefano Martini, “figlio d’arte” (il padre Enrico è presidente e la mamma è responsabile del personale) che ha le idee chiare in merito a come raggiungere questi obiettivi.

I nostri processi organizzativi interni sono vetusti, è quindi possibile informatizzare di più per innovarli e velocizzarli. Abbiamo un buon margine di manovra per agire in questa direzione, contenendo i costi e aumentando il fatturato senza spese aggiuntive“.
Oggi l’azienda ha 180 dipendenti, fattura 325 milioni di euro e ha chiuso l’ultimo anno fiscale con un incremento del 13%. Per il 2008 l’idea è mantenere lo stesso livello di crescita.

Nonostante un contesto di mercato poco favorevole, dove la guerra sui prezzi dei vendor non fa che abbassare i margini, rendendo le condizioni di vendita dei distributori insostenibili “ma è un circolo vizioso, nel quale è difficile trovare un equilibrio” commenta il manager, e con un’incidenza degli oneri fiscali davvero pesante, il distributore milanese è cresciuto su tutti i canali in cui è presente: retail, i 16 cash & carry di proprietà, e il canale dei rivenditori e fornituristi di ufficio.
Non siamo cresciuti nella catena Wellcome, ma del resto, non poteva che essere così, in quanto il numero dei negozi non è aumentato mentre, nel contempo, il mercato ha subito una flessione. Ora intendiamo portare i Wellcome dagli attuali 170 a 250, proponendo, tra l’altro, un sistema di royalty meno costoso per i nostri affiliati“.

Per quanto riguarda il retail la carta vincente, secondo Martini, è la proposta di un mix di prodotto più interessante, dove la sola gamma di accessori e prodotti di consumo con il marchio Mediacom ha portato nelle casse dell’azienda 18 milioni di euro, più altri due milioni con RheinBand.
I cash & carry, invece, costituiscono un importante servizio per i dealer che non hanno magazzino e sono molto apprezzati soprattutto al centro/sud del Paese.

In merito all’offerta a listino, Datamatic vanta un catalogo sufficientemente completo. “Siamo molto forti con Acer, ma ci manca Hp per la parte hardware – spiega Martini -. Tuttavia, se dovessimo diventare uno dei distributori accreditati della società americana che detiene il 50% del mercato italiano in questa area, ciò causerebbe un’impennata improvvisa del nostro fatturato che, al momento, non siamo in grado di gestire“. Concreto e lungimirante.






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