Datacenterism

Prepariamoci ai nuovi mall dell’It.

Da un po’ di tempo a questa parte il datacenter è tornato al centro dell’attenzione. Non era scomparso, ma l’afflato, il vigore con cui se ne parla in virtù delle mosse dell’industria tecnologica fanno pensare a un revamping del tema. Mosse che sono strettamente collegate alla realtà delle aziende, che per via della virtualizzazione prima e del cloud poi, sono di fronte a un’opportunità: ridare al datacenter il significato di polo di attrazione di competenze, risorse, innovazione.

È, se vogliamo, una rivisitazione del concetto di “pendolo dell’It” ideato da Gartner negli anni 90, per raffigurare, all’epoca, il movimento ciclico da e verso l’informatica distribuita.

Il tema qui è complementare. I datacenter si sono sempre adattati alle ere tecnologiche, mediandone le esigenze. Con il cloud hanno l’opportunità di rigenerarsi, dentro e fuori l’azienda. I maggiori investimenti in infrastrutture fatti dai grandi operatori It vanno proprio nella direzione della creazione di centri di servizi. E l’It aziendale, che è funzionale al business, ha davanti la stessa opportunità: trasformare il datacenter, razionalizzandolo con il concetto di rete di servizio ad alte prestazioni. Fabric è la parola che si sente ormai pronunciare più spesso e che rievoca un altro antico concetto, che fissava l’equivalenza fra rete e computing.

A questo andamento fa da sostrato l’argomento energetico, testimoniato sia dai tanti operatori del settore “power” che stanno ampliando il loro raggio di azione verso l’It, sia da chi gestisce l’It in azienda, che si trova sempre più spesso a dover farsi carico della tematica.

Server, storage, reti, servizi, energia: per tenere legato il tutto servono competenze, anche elevate. Ci sentiamo di dire che nel datacenter, che si profila essere il futuro shopping mall dell’It per il business, ci possa essere il futuro di molti professional e imprenditori del settore.

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