Datacenter senza crittografia

Un’indagine europea su 4.500 responsabili It porta in evidenza un problema di sicurezza.

La sicurezza nei data center è una strana priorità. Molti non solo si dicono interessati, ma la ritengono fondamentale, salvo che quando si verificano i problemi si scopre che la falla è proprio la sicurezza.

La conferma viene da una recente indagine condotta sul finire dello scorso anno da Enterprise Stragtegy Group per contro di Brocade su 4.500 decisori It francesi, inglesi e tedeschi.

Metà degli intervistati ha subito attacchi nel corso dell’ultimo anno.
Non solo: il 70% delle aziende che hanno avuto falle nella sicurezza ha dichiarato che i dati persi non erano crittografati, a dispetto del fatto che l’82% degli intervistati ritenesse che le tecnologie di crittografia avrebbero effettivamente potuto ridurre i rischi.

Fra i motivi di questa vulnerabilità delle infrastrutture vi è che quasi un terzo delle aziende si può dire che non abbia messo in sicurezza il data center. In molti casi le aziende che hanno delle policy non le utilizzano in maniera adeguata, a meno che non ci sia un’azione coercitiva da parte del senior management oppure che non sia più che sentito l’obbligo di uniformarsi a normative di legge.

Per gli analisti di Enterprise Strategy Group, come riporta una nota di Brocade, la quantità di informazioni sensibili continua a crescere in modo rapido, al punto che le aziende hanno bisogno di una più ampia implementazione delle tecnologie di crittografia nei data center, per proteggere la confidenzialità dei dati e la privacy.
Nell’ambito dello storage, poi, le esigenze di sicurezza e di privacy richiedono un approccio architetturale che si estende all’intera impresa, ai dati archiviati, e che comprenda la gestione end-to-end dei flussi di dati tra differenti fabric.

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