Datacenter, il calcolo del ROI parte dalla disponibilità

Il punto di partenza è aver chiare le conseguenze dei fermi. Per questo vanno combattuti i Ddos. E sul cloud la security è spesso sottovalutata. L’opinione di Marco Gioanola di Arbor Networks.

Per Marco Gioanola, Consulting Engineer, Emea – Italia di Arbor Networks al datacenter si può abbinare una misurazione di Roi.
«Un datacenter – ci dice – spesso si traduce direttamente in business: pensiamo in primo luogo alle vendite fatte direttamente su Internet. Ma consideriamo anche la perdita di produttività se i sistemi Web o e-mail aziendali sono fuori uso: questi sono tutti fattori facilmente quantificabili. Nel dotarsi di soluzioni di sicurezza opportune, il datacenter non fa altro che assicurare il proprio Roi. Quanto ci costa l’indisponibilità dei servizi ospitati nel datacenter? Quanto ci costano 24 ore senza accesso al nostro database degli ordini? Quali investimenti sono necessari per ridurre il rischio di indisponibilità a livelli accettabili? Questi sono ragionamenti di Roi molto semplici».

Chi sono i detentori dei datacenter a cui vi rivolgete?

Arbor Networks si rivolge principalmente ai gestori di datacenter condivisi, dove vengono ospitati i servizi Internet di diverse aziende, che siano datacenter “puri” o collegati ai grandi Isp. Notiamo una forte concentrazione in quest’area e i maggiori player ci stanno contattando proattivamente.
Il fenomeno DDoS è sicuramente in crescita per frequenza e intensità, e sono sempre più le aziende colpite che si rivolgono al proprio fornitore di hosting, housing o semplicemente di connettività per ottenere protezione, in quanto spesso una soluzione in house non è praticabile. Notiamo una sempre maggiore consapevolezza della necessità di inserire la protezione DDoS nei servizi garantiti dal datacenter. Crediamo che nei prossimi mesi e anni vedremo sempre più player di dimensioni relativamente più piccole porsi il problema e cercare soluzioni dirette, ed è per questo che abbiamo sviluppato una soluzione on premise per la DDoS mitigation che sappia anche interfacciarsi con i sistemi in the cloud.

Oggi quali competenze professionali devono avere le aziende nel datacenter per fare private cloud?

La Security è un ambito che troppo spesso viene sottovalutato, e questo ormai è sui titoli dei giornali quasi quotidianamente. Sapersi proteggere dalle intrusioni, dagli accessi non autorizzati, e saper garantire la disponibilità del servizio a fronte di attacchi informatici è una competenza che ogni azienda che ambisca a una fetta di cloud deve sviluppare e coltivare internamente.

Qual é la tecnologia o la soluzione si cui il responsabile del datacenter deve pensare a investire nel breve periodo?

I mass media e il mercato stesso ci indicano la DDoS Mitigation non più come un extra riservato ai giganti di Internet, ma come una funzione fondamentale per ogni datacenter. Come in passato si è investito in sistemi antivirus, antispam, Ips, Firewall, oggi èb urgente non rimanere indietro per quanto riguarda la DDoS Mitigation. Come sappiamo, la minaccia è globale e, al di là degli attacchi motivati politicamente o per puri fini di vandalismo, sappiamo che la criminalità internazionale usa il DDoS come mezzo di estorsione o concorrenza sleale per conto terzi.

Ma quanti sono secondo voi i datacenter in Italia e quanti ne pensate di raggiungere con la vostra offerta?

Crediamo che ci siano probabilmente centinaia di piccole realtà nel nostro paese che sono interessate dal fenomeno DDoS: fondamentalmente chiunque abbia un piccolo sito di e-commerce è una potenziale vittima. In questa fase, però, ci stiamo concentrando sui player principali, che non sono molti.

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