Dai Commons a Wikipedia. Come cambia il Nobel

Il premio per l’economia cambia strada. Meno modelli econometrici e più scienze sociali. E arriva all’enciclopedia online.

L’assegnazione dei premi Nobel 2009 ha fatto discutere per il riconoscimento assegnato alla semisconosciuta scrittrice romena Herta Muller e soprattutto per l’inaspettato riconoscimento a Barack Obama.

Meno attenzione è stata invece dedicata ai Nobel per l’economia andati a Elinor Ostrom e Olivier Williamson che rappresentano invece un’indiscutibile segno dei tempi.
 
In primo luogo perché finalmente il Nobel a quella che viene definita “la scienza triste” non va agli autori di freddi modelli econometrici che hanno dimostrato negli ultimi anni i loro limiti, ma a due studiosi che sono stati in grado di togliere dall’isolamento l’economia mettendola in relazione con le scienza sociali.

E’ il caso soprattutto di Elinor Ostrom, la prima donna a essere insignita del premio per l’economia.
Secondo la motivazione degli accademici di Stoccolma, la Olstrom “ha dimostrato come la proprietà comuni possano essere efficacemente gestite dalle organizzazioni degli utenti”.
Non pubblico né privato, osserva sul Sole 24 ore Fabrizio Galimberti, ma una terza via che può dare risultati superiori alle attese.
L’esempio è quello dei commons inglesi, quei prati che nel Medioevo erano a disposizione di tutti per la raccolta o il pascolo. I commons, osserva Galimberti, sono sempre stati una sfida per gli economisti perché, essendo a disposizione di tutti, la differenza fra uso e abuso era sottile. Secondo la Ostrom la soluzione sta nelle enclosures, le recinzioni dei terreni comuni e quindi l’uso privato, e neanche nella regolamentazione da parte del pubblico, ma nell’associazione degli utenti.

Un passaggio che, a chi scrive, ricorda molto Wikipedia e altre forme della new economy.
Anche qui abbiamo un bene pubblico, la conoscenza, gestito da una comunità di utenti che fra errori e qualche abuso hanno realizzato un prodotto comparabile con quello fornito da organizzazioni private.
 Se questo è il nuovo andazzo del Nobel il prossimo anno potremo trovarci a discutere di un premio assegnato Chris Andersen, il direttore di Wired, e alle sue teorie sul free.

D’altronde quanti fra noi avrebbero scommesso sul Nobel a Dario Fo?

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