Da programmatore a imprenditore

Mettere a frutto l’esperienza acquisita in azienda per poi fare il salto e diventare libero professionista o titolare di una nuova società. Questa è una scelta che non tutti hanno il coraggio di fare, ma la testimonianza che riportiamo può servire a molti da stimolo.

Per le realtà multinazionali la figura del Chief executive officer si può trovare ormai solo nella sede centrale della casamadre ma, nel nostro Paese, la polverizzazione imprenditoriale dà origine a una diversa economia di scala in cui il Ceo ha una sua realtà di esistere.


Maurizio Moretti è Ceo e amministratore delegato di Palmosoft, una società che si occupa di sviluppare applicazioni software per palmari e sistemi Wap.


Da programmatore a imprenditore, Moretti rappresenta il modello ideale del nuovo manager capace di mixare uno skill tecnico di ultima generazione all’iniziativa imprenditoriale, il tutto combinato a una capacità di management che permette allo staff Palmosoft di essere una realtà in forte crescita, seppur in un settore di nicchia.


Abbiamo voluto raccogliere la sua testimonianza per offrire un caso tipico di un professionista che decide di fare il salto verso un’attività più libera, in quanto è lui che decide le strategie e in cui mette in gioco il know how acquisto in anni di attività da dipendente.


Attivissimo sul campo operativo dell’azienda, Moretti dedica la maggior parte del suo tempo alla ricerca e allo sviluppo di nuove soluzioni per palmari.


Secondo il manager, rispetto all’ultimo anno, le nuove evoluzioni del settore hanno ridimensionato l’effervescenza del comparto informatico perché, come ci spiega “oggi c’è più attenzione alla solidità dell’informatica e meno alle chiacchiere della new economy“.

L’impatto di Internet


L’informatizzazione delle nuove tecnologie Web e Internet hanno avuto un grosso impatto sull’attività di Palmosoft, che ha modificato tutte le sue dinamiche relazionali. “Vendiamo via Internet a società Oltreoceano che neanche vediamo, tramite altre società americane o canadesi – spiega Moretti -. Per non parlare del supporto, che ormai possiamo risolvere tutto via e-mail“.


Questo significa che gli scenari di globalizzazione prospettati dagli analisti di mercato a proposito del Web sono diventati una realtà di fatto.


Ma per competere su scala internazionale, il parco degli adetti deve saper crescere in know-how e capability. Come amministratore della società, Moretti ha un’idea molto chiara su come un’azienda debba saper valorizzare e incentivare il proprio personale: “Ai miei dipendenti tento di dare tutto il possibile in termini di emolumenti, premi produzione e formazione, anche perché, nel nostro lavoro, il patrimonio umano è il vero valore che rappresenta la società. I prodotti software si trasformano, evolvono… Il discorso dell’aggiornamento è delicato: noi tentiamo di cavalcare sempre la cresta dell’onda, però a volte preferiamo fermarci per qualche tempo. Per capire qual è la strada giusta“.


Circa il fatto che la figura del Ceo sia oggi ancora molto ricercata nel panorama delle figure professionali, Moretti ammette di averne coscienza ma con alcune riserve. “Sì, in effetti è ricercata, anche se è difficile trovare una collocazione adeguata – commenta il nostro interlocutore -.


Il mercato necessita di una figura di tipo tecnico-manageriale-commerciale ma, alla fine, una persona che presenta queste caratteristiche, deve poi avere, all’interno dell’azienda un peso importante, altrimenti si perdono gli stimoli e, come nel mio caso, si preferisce mettersi in proprio e aprire un’attività.


Inoltre, bisogna tener conto del fatto che gli strumenti per verificare questo tipo di capacità non esisono e che una prima valutazione sulle effettive capacità di un Ceo può essere confermata in un arco temporale di circa 6 mesi, e che uno stipendio medio lordo per questo tipo di persona varia dai 100 ai 300 milioni all’anno. Per un’azienda, specie di piccole dimensioni, è molto difficile assumersi la responsabilità di un’assunzione di questo tipo“.


Un monito alle Pmi, per trovare il coraggio di fare scelte di management più coraggiose?

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