Cuil: come ti raffreddo l’entusiasmo

Ieri il lancio di Cuil. I commenti in rete, tra facili critiche e normali defaillance.

Si fa in fretta a dire anti-Google. Si fa altrettanto in fretta a smontarlo.
Il debutto di Cuil, il motore di ricerca alternativo a Google, è avvenuto nel più classico dei modi: riflettori accesi, picco di accessi, penne affilate e post a go-go.

Blogger e commentatori di tutto il mondo si sono lanciati ieri nel mettere alla prova il debuttante, ben intenzionati a coglierlo in fallo. Cosa che puntualmente è avvenuta, come ben sa chi qualche volta nella vita si è imbattuto nell’effetto demo.

Risultati inesistenti o strani, lamentano i più. E se in Italia c’è chi si lamenta perchè il nuovo motore di ricerca non è riuscito a trovare il suo sito, altri, ancor più pesantemente, raccontano di aver avuto difficoltà nelle ricerche aventi come oggetto Windows, o Ibm o ancora Bmw.

In Cuil si minimizza. In fondo era il primo giorno, in fondo si sono registrati picchi di sovraccarico, in fondo i temuti crash non ci sono stati, in fondo ci sono ancora dei bug, come è normale che sia.

Rafe Needleman, dalle colonne di Webware, si domanda e domanda a Tom Costello, il papà del progetto, se non sarebbe stato più opportuno partire con una beta.
Costello la rete la conosce bene, evidentemente: “La targhetta con scritto beta non ci avrebbe certo messo al riparo da critiche e osservazioni. Il prodotto è abbastanza maturo per un lancio definitivo“. Quel che non va, è sottinteso, si aggiusta cammin facendo.

Qualcuno, rinfoderati gli artigli, concede le attenuanti del debutto e sceglie di rimandare a tempi più maturi il giudizio definitivo.

Di certo, il rumore che s’è sentito ieri in rete porta a capire che di anti-Google ci sarebbe anche voglia. Ma l’orizzonte sembra ancora piuttosto spoglio.

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