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Il crowdinvesting raddoppia in Italia

Il quarto Report italiano sul Crowdinvesting realizzato dall’Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano dice che il crowdinvesting raddoppia in Italia: a fine giugno l’equity crowdfunding ha superato la soglia degli 82 milioni di euro raccolti, mentre erano meno della metà nel 2018, e il lending è arrivato a 435 milioni di euro, raddoppiando la cifra alla stessa data del 2018.

La raccolta nell’ultimo anno è stata rispettivamente di 49 milioni (170 campagne censite, quasi una ogni 2 giorni, con un tasso di successo del 75% nei primi 6 mesi quando la media dell’intero campione dal 2014 è del 71,7%) e di 207 milioni, con un tasso di crescita relativo che non fa sfigurare l’Italia rispetto ad altri Stati europei, anche se il gap sui volumi si mantiene consistente.

Capitale di rischio o prestito

L’Osservatorio sul Crowdinvesting studia quel sottoinsieme del crowdfunding che consente a persone fisiche, investitori istituzionali e professionali, di aderire attraverso una piattaforma Internet abilitante a un appello per raccogliere risorse destinate a un progetto imprenditoriale, concedendo un prestito (lending-based model) oppure sottoscrivendo quote del capitale di rischio della società (equity-based model).

Nell’equity crowdfunding, fra le emittenti si stanno facendo luce le Pmi, ma il mercato è ancora dominato dalle startup innovative (72% dei casi nell’ultimo anno) in particolare di Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna.

Gli obiettivi principali del crowdinvesting sono investire nel marketing e nel brand (55% dei casi) e nello sviluppo della piattaforma ICT (33%). La valutazione pre-money media e mediana si aggira intorno a 1,5 milioni di euro.

L’equity crowdfunding

Gli ultimi mesi hanno portato interessanti novità regolamentari per l’equity crowdfunding che saranno meglio definite con la prossima revisione del Regolamento Consob: in particolare, la possibilità per i portali autorizzati di collocare titoli di debito, seppure con alcune limitazioni, e di offrire vetrine per la compravendita delle azioni sottoscritte.

Al 30 giugno 2019 risultavano autorizzati in Italia 35 portali, ma un buon numero di questi non si era ancora attivato. Le campagne di raccolta sono state finora 401 organizzate da 369 imprese diverse, 170 solo negli ultimi 12 mesi, quasi una ogni 2 giorni. Il tasso di successo continua a mantenersi elevato: 75% nei primi 6 mesi del 2019, quando la media generale dell’intero campione dal 2014 è 71,7%.

Il valore medio del target di raccolta per i progetti non immobiliari è 191.956 euro, 664.231 quello degli immobiliari. Mediamente viene offerto in cambio il 10,4% del capitale (valore mediano 6,4%); si consolida la prassi di offrire titoli senza diritto di voto sotto una certa soglia di investimento (e votanti sopra la soglia).

La piattaforma che ha finalizzato e raccolto più capitale è Mamacrowd (al 30 giugno sfiorava i 22 milioni di euro) seguita da Crowdfundme (vicina a 15 milioni ma con il maggior numero di campagne pubblicate) e Walliance (11,1 milioni). In media ogni campagna riceve il sostegno di 85,6 investitori.

Dopo la campagna di raccolta, alcune aziende riescono a crescere in termini di fatturato e marginalità, ma altre rimangono al palo. Poche diventano profittevoli nell’immediato, pochissime riescono a superare i target previsti nel business plan. Negli ultimi 12 mesi si sono registrate le prime exit, attraverso IPO o acquisizioni, ma anche i primi write-off. Su questa base l’Italian Equity Crowdfunding Index ideato dall’Osservatorio ha calcolato al 30 giugno un apprezzamento complessivo del valore di portafoglio pari al 9,43%.

Il lending crowdfunding

Per quanto riguarda il lending, al 30 giugno 2019 risultavano attive in Italia 6 piattaforme destinate a finanziare persone fisiche (consumer) e 7, più 3 in partenza, per le imprese (business), di cui ben 3 specializzate nel real estate. In ambito business aumentano le piattaforme che offrono il modello di investimento diretto, dando possibilità di scelta immediata al finanziatore su come allocare i prestiti, mentre in quello consumer prevale il modello ‘diffuso’, con il denaro suddiviso su tanti crediti diversificati.

Alcune piattaforme prevedono fondi di protezione per ripagare eventuali prestiti in sofferenza, altre fanno leva unicamente sulla garanzia pubblica del Fondo statale per le PMI. Nel prestito ai privati, Younited Credit è sempre leader con un totale erogato di 220 milioni di euro (107 negli ultimi 12 mesi) ma non raccoglie dai piccoli risparmiatori di Internet, mentre Smartika ha più prestatori attivi. La raccolta totale del mercato è stata di 279,3 milioni di euro, di cui 122 milioni nell’ultimo anno (+40% rispetto al flusso dell’anno prima).

Nel prestito alle imprese guidano la classifica Borsadelcredito.it, October e Prestacap. Sono diverse le piattaforme che hanno fatto leva sugli investitori istituzionali attraverso fondi di credito, cartolarizzazioni e accordi per moltiplicare le risorse a disposizione e scalare le attività. Il volume complessivo cumulato è di 156 milioni di euro, con un contributo dell’ultimo anno di 84 milioni (+48% sul flusso precedente).

Nel contesto del crowdinvesting l’industria del real estate crowdfunding negli ultimi 12 mesi è stata ben vivace in Italia. I progetti finanziati nell’ultimo anno sono stati 8 in ambito equity, per un valore di 8,8 milioni di euro raccolti, più 30 in ambito lending, per un volume di 6,8 milioni. Il totale è dunque di 15,6 milioni di euro.

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