Cresce il Business processing outsourcing, ma non per opera dei Cio

In aumento anche in Europa il mercato del Bpo. Purtroppo, però, resta ancora cosa da top management, con scarso coinvolgimento dei responsabili dei sistemi informativi. Ecco le raccomandazioni di Gartner per non rendere inefficaci i processi decisionali

Secondo un’analisi presentata da
Gartner, il mercato del Business Process
Outsourcing
sta guadagnando terreno in Europa ed è destinato quest’anno
a crescere del 4,5% fino a toccare i 25 miliardi di euro. Cifra che lo pone a pieno titolo come segmento a maggior
crescita nell’ambito dei servizi It. Per altro, la crescita dovrebbe
incrementare ulteriormente nei prossimi anni, con un tasso di crescita medio del
6,8%, che consentirà di toccare il tetto dei 33 miliardi nel 2007.


In Europa, secondo Gartner, sta cominciando a
decollare anche il ricorso all’outsourcing offshore, come alternativa
al Bpo domestico, tanto che entro la fine del 2007 l’offshore peserà per il 14%
sul totale, in decisa crescita rispetto all’attuale 1%.


Interessanti, anche per i produttori statunitensi, i mercati
dell’Europa dell’Est, anche in virtù della loro
collocazione geografica. Non è dunque un caso che i service provider di Praga,
Cracovia e Budapest siano destinati a fare concorrenza a quelli indiani.


Allo sviluppo del comparto, sostiene sempre Gartner, hanno contribuito non
poco le grandi fusioni degli anni passati, in primis quella tra Ibm e Pwc e
quella tra Cap Gemini ed Ernst & Young, che hanno di fatto trasformato il
Bpo in una naturale estensione dei servizi It.


Concentrarsi sulle competenze
primarie, ridurre i costi e  migliorare il customer service
sono i tre driver
identificati da Gartner alla base dello sviluppo del Bpo. Le grandi
organizzazioni hanno per prime iniziato a esternalizzare processi di tipo
transazionale, quali contabilità e gestione dei reclami, e oggi stanno ampliando
il raggio di azione portando all’esterno anche risorse umane, finance,
accounting e procurement.


Interessante è la domanda da parte del settore pubblico, seguita dal mondo
finanziario, mentre, per lo meno in Gran Bretagna, il Paese più attivo in area
Bpo, si sta notando un certo fermento anche nel settore trasporti.


Ma chi decide?A quanto pare il
Bpo non è ancora cosa da Cio, visto che secondo l’analisi
Gartner solo il 4% dei responsabili dei sistemi informativi viene coinvolto
nella decisione. E’ invece una decisione tutta nelle mani del top
management,
che indirizza le scelte aziendali nel 75% dei casi.
Ed è proprio l’assenza dei Cio nel
processo decisionale quella che maggiormente preoccupa Gartner, che teme una
scarsa attenzione ai service level agreement.


Per questo motivo, la società di analisi rilascia tre
raccomandazioni
. In primo luogo raccomanda che i Cio vengano coinvolti
fin da subito nell’analisi del processo di Bpo. In secondo luogo ritene
necessario che venga fatta una attenta analisi dell’impatto che il Bpo potrebbe
avere sull’organizzazione It interna. In terzo luogo richiede al Cio di aiutare
l’azienda a creare la necessaria struttura di governance per i processi
esternalizzati.

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