Creo punta sui nuovi scanner IqSmart

Lo specialista arricchisce l’offerta nella fascia flatbed, con due modelli che mutuano diverse caratteristiche dai prodotti di livello superiore.

Diventare il numero uno nel mercato degli scanner professionali: è l’obiettivo dichiarato di Creo, che lancia una coppia di nuove unità nel segmento base dei flatbed. Sono i nuovi modelli iQsmart, debitori ai modelli di fascia più alta di una serie di caratteristiche inedite per la categoria. Dalla rotazione in base ad angoli predeterminati all’autodetection, dalla scansione diretta al re-scan (vengono salvati i parametri che possono essere riapplicati a immagini simili), insieme all’impiego della tecnologia battezzata Xy Stitch, che garantisce rese qualitative uniformi indipendentemente dalla dimensione e dal tipo di immagine. «Se Agfa e Heidelberg hanno deciso di disimpegnarsi dal segmento base degli scanner piani – dice Flavio Corsini, direttore vendite della filiale italiana – Creo rilancia con decisione. Coerentemente con la strategia sul mercato pre-press con la quale intende traghettare le arti grafiche nel mondo digitale».

Particolarmente compatti e muniti di un Ccd capovolto per migliorare l’immagine e minimizzare l’accumulo di polvere, i nuovi iQsmart sono accreditati di una produttività massima pari a 40 scansioni all’ora, con la possibilità di acquisire contemporaneamente 96 diapositive da 35 mm.

Entrambi i modelli, dotabili di oil mounting, operano in ambiente Macintosh Os X e sono muniti di un paio di connessioni FireWire; l’iQsmart2 offre una risoluzione di 4300 dpi, che arriva a 5500 nell’iQsmart3. Quest’ultimo permette all’operatore, di impostare contemporaneamente all’acquisizione di un’immagine la scansione successiva. Il software utilizzato è oXygen, in versione completa per iQsmart3, cui possono essere affiancati in opzione i moduli Open e Dot Solution. Il primo per estendere il workflow a 16 bit ad altre postazioni, il secondo per lo scanning copydot e la de-retinatura. I due scanner, dal costo orientativo di 14mila e 22mila euro, fanno parte dell’offerta dei cosiddetti Stand Alone Product di Creo che, uniti ai sistemi Computer-to-film e alle soluzioni workflow, garantiscono circa il 30% del giro d’affari della filiale italiana, ovvero oltre 32 milioni di euro. La cui fetta maggiore va ascritta ai prodotti per il Computer-to-plate, che, segnatamente nell’ambito del Vlf, assegnano all’azienda una posizione di primato.

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