Cosa volete da me?

A cosa servono le community degli sviluppatori e perchè Microsoft resta a guardare?

29 maggio 2003 All’epoca della televisione libera (ma libera veramente) la sperimentazione, il melting pot di idee ed esperienze sulla produzione degli spettacoli era al culmine.
Dominava, a quel tempo, Antenna 3 Lombardia, che presso i suoi studi e sulle sue frequenze, ospitava artisti e contenitori che poi sarebbero stati replicati nella Tv degli anni 90, quella prima dei format.
E c’era una trasmissione chiamata “Il guazzabuglio”, nella quale, uno dei tanti personaggi, Armando Celso, detto Ossario, proponeva, con voce dell’aldila’, un tormentone: “Cosa volete da me?”.
Lo diceva rivolgendosi a Teo Teocoli, Massimo Boldi, Giorgio Faletti che lo tiranneggiavano.
La stessa frase potrebbero riproporla i protagonisti dell’odierno “guazzabuglio” che sono le comunita’ software, ovvero i partecipanti quei luoghi virtuali dove i grandi vendor software, dietro il piffero del software scaricabile gratuitamente, cercano di far accodare torme di sviluppatori o presunti tali.
Gli scopi sono almeno tre.
Primo, far numero. Una buona cifra di accoliti e’ sempre una bella carta da esibire in societa’.
Secondo, fare brand. Con il meccanismo dell’adesione alle community si sparge la voce, si crea immaginario, si fa cultura sui propri mezzi.
Terzo, e non ultimo, fare business. Si spera (i vendor sperano) che fra tutti coloro che aderiscono alle comunità online, qualcuno, magari rispettando il tasso di redemption di un’azione di direct marketing (tra l’uno e il tre percento) diventi, un giorno, partner di business.
Ecco, allora, giusta scaturire l’invocazione: “Cosa realmente volete da me?”.
E che non sia un lamento, ma un invito a essere chiari.
Molti vendor lo sono.
Da Sun a Oracle, da Borland a Sco, hanno creato anni addietro queste strutture per portare sviluppatori nuovi a contribuire fattivamente al proprio universo.
L’unica società che non crede allo strumento della community gestita direttamente, è Microsoft, che lascia che siano le strutture indipendenti a fare questo lavoro.
Come si diceva in un film: “mi si nota di più se non vengo, oppure se vengo e mi metto in un angolo?”.

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