Conto alla rovescia per il server Intel di Hp

Hewlett-Packard dà il via alla commercializzazione di due nuovi, importanti prodotti che possono aiutare a ridurre le lunghezze di svantaggio nei confronti di Ibm.

18 febbraio 2003 I server a otto processori Intel Xeon di Hewlett-Packard potrebbero finalmente arrivare sul mercato nel giro di poche settimane. I nuovi sistemi, i ProLiant Dl760 e Dl740, arrivano più tardi di quanto Hp avesse sperato per rimpiazzare un vetusto modello che Compaq, prima della fusione, aveva introdotto nel 1999. Ma l’appannaggio in materia di server Intel high-end sembra essersi fermato a Compaq, così negli ultimi anni Ibm non ha incontrato molte difficoltà a lasciare, in questo settore, qualche lunghezza di vantaggio ad Hp. A fare da padrone in questa fascia di mercato, per alcuni versi, è infatti il server x440 di Big Blue, come confermano gli analisti della società di ricerche Illuminata: «essenzialmente, Compaq ha diretto i giochi per molto tempo nel campo dei server a otto vie – sostiene Gordon Haff, ricercatore dell’azienda – ma adesso Ibm ha colmato il divario». Così, a un fatturato di Big Blue che secondo Idc ha raggiunto, relativamente al mercato specifico, gli 87 milioni di dollari per le vendite dell’ultimo trimestre 2002, Hp contrappone un risultato di poco inferiore: 84 milioni di dollari, a fronte però di un maggior numero di unità vendute, con uno share del 51 %.

Le speranze di Hewlett-Packard adesso si affidano ai due nuovi sistemi rack-mountable. Entrambi saranno disponibili entro i prossimi trenta giorni; il Dl760 è alto 12,25 pollici, mentre il più compatto (se pur meno espandibile) Dl740 ne misura 7. Un Dl740 con 2 Gbyte di memoria e 4 processori Xeon, ognuno con 1 Mbyte di cache memory ad alta velocità, costa circa 25mila dollari. Un Dl740 con 8 Gbyte di memoria e 8 chip Xeon a 2.0 GHz, ciascuno con 2Mbyte di cache, costa invece qualcosa in più di 77mila dollari.

I sistemi integrano ciò che Hp definisce una priorità per il mercato dei server Intel, ossia la capacità di disattivare la memoria lacunosa senza spegnere il sistema. Le informazioni sono archiviate in maniera ridondante su diversi moduli di memoria, così che, in caso di malfunzionamento, qualunque di essi può essere rimpiazzato senza problemi per l’utente. Ibm e Hp hanno adottato un approccio differente nei rispettivi server high-end Intel: mentre l’x440 di Big Blue parte come un sistema a quattro processori implementabile fino a supportare 8, 12 o 16 chip, Hp supporta un massimo di 8 processori. L’azienda preferisce infatti rivolgere gli utenti a macchine più potenti con il processore Itanium di Intel, solo nel momento una maggiore potenza si renda effettivamente necessaria.

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