Una ricerca condotta da Capgemini e Sogeti in collaborazione con Broadcom, fa emergere che il Continuous Testing, ossia ovvero il processo che prevede una validazione veloce ed efficiente delle nuove versioni dei software in ambienti agile per il tramite di test altamente automatizzati, si sta affermando nelle grandi aziende.

Il 32% degli IT manager afferma che le loro divisioni hanno “completamente abbracciato il Continuous Testing e il 58% del campione implementa una nuova build su base giornaliera (il 26% una ogni ora).

In cerca di maggiore automazione

Metodologia dell’indagine

Il Continuous Testing Report (CTR) 2019 riunisce i dati delle indagini e i contributi di esperti del settore al fine di delineare le potenziali sfide e gli approcci per trasformare le pratiche di test nell’era di agile e DevOps. Si basa sulle opinioni di diversi esperti del settore di Capgemini, Sogeti e Broadcom, supportate dai risultati di un’indagine globale condotta con 500 interviste a IT manager con elevata seniority di aziende medio-grandi (con oltre 1.000 dipendenti) operanti in diversi comparti, tra cui Financial Services, High Tech, Healthcare and Life Sciences, Telecommunications, Media and Entertainment e Manufacturing in otto paesi diversi.

C’è però ancora spazio di miglioramento per ottimizzare i processi di Continuous Testing: l’automazione viene utilizzata per eseguire solo il 24% dei test, il 24% degli scenari di business end-to-end e per generare il 25% dei dati richiesti per i test.

Un uso maggiore dell’automazione potrebbe migliorare la velocità delle attività di testing dei team agile: il 36% degli intervistati ha dichiarato che più del 50% dei tempi di collaudo è dedicato a ricercare, gestire, mantenere e generare dati per i test.

La discrezionalità con cui i team di lavoro si sono mossi in autonomia, ha avuto come conseguenza che molte imprese si siano trovate a dovere gestire situazioni fuori controllo, con un’ampia varietà di approcci alla Quality Assurance e al test automation.

Emerge la shadow quality

Secondo lo studio per riprendere il controllo le imprese devono indirizzarsi verso strumenti e metodologie che garantiscano un controllo centralizzato della qualità da parte dei team agile, attraverso linee guida più chiare in ambito Quality Assurance ed il supporto di tecnologie Quality Assurance smart.

Uno sviluppo che può portare a risultati promettenti è rendere l’orchestrazione e l’esecuzione dei test molto più smart attraverso l’utilizzo di tecnologie di intelligenza artificiale.

Con l’introduzione di funzionalità di machine learning, i sistemi saranno in grado di determinare automaticamente i test necessari nei cicli di rilascio e di produzione.

Il report ha evidenziato la necessità di migliorare trasparenza e gestione dei test agile. Per il 35% dei dirigenti intervistati, gli elementi fondanti per validare la capacità di gestione dell’orchestrazione dei test e dei rilasci sono “una tracciatura completa delle attività di test svolte” e un “processo consolidato di test e rilascio”. Il 32% del campione, invece, ha sottolineato la necessità di uno “spazio condiviso per la collaborazione tra i team” e di una “visibilità continua dei test e rilasci in esecuzione”.

Se ci si sofferma sulle sfide degli ambienti di test, la carenza di una struttura centralizzata finalizzata alla fornitura di un ambiente ready-to-use è evidente.

I team sprecano troppo tempo per ottenere ambienti di collaudo completi, tanto che quattro intervistati su dieci (40%) hanno dichiarato che i loro team dedicano più della metà del loro tempo alla creazione e manutenzione degli ambienti di test.

Sviluppo e test: team interdisciplinari

Questo spinge Francesco Fantazzini, Technology & Innovation Lead, Capgemini Business Unit Italy a dire che “I prossimi due o tre anni saranno cruciali per il Continuous Testing – dato che le aziende dovranno – risolvere il dilemma della transizione verso team sempre più autonomi, in cui tutti si devono sentire responsabili della qualità“.

Negli ultimi anni i ruoli degli sviluppatori e degli addetti ai test si sono evoluti in modo significativo. Secondo lo studio attualmente gli sviluppatori sono molto più vicini al cliente, con un ruolo di primo piano nel definire la user experience, mentre gli addetti ai test hanno abbandonato una logica di lavoro a silos, collaborando con sviluppatori e team aziendali, e ciò significa che vengono coinvolti molto prima nel processo di sviluppo.

I ruoli e le responsabilità di sviluppatori e addetti ai test si stanno parzialmente mischiando, tuttavia è fondamentale avere esperti focalizzati sulla Quality Assurance e sui test all’interno dei team agile.

Il report prosegue sottolineando che, se da un lato la creazione di team interdisciplinari rappresenta un passo avanti, dall’altro crea delle sfide. È necessario infatti che ogni membro del team abbia una comprensione olistica dell’intero processo, con gli addetti ai test che devono aggiornare le proprie competenze tecniche.

Le aziende devono soddisfare i requisiti di aggiornamento delle competenze e utilizzare un nuovo approccio integrato per raggiungere veramente il pieno potenziale del Continuous Testing.

Continuous testing

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