Content networking, l’approccio di Cisco

In un mercato che attrae l’interesse crescente di operatori e aziende, lo specialista di soluzioni di rete non vuole fare la parte dello spettatore “passivo”. Rilasciati dispositivi di fascia bassa, che contengono le funzioni layer 4-7 prima disponibili solo su piattaforme enterprise.

19 febbraio 2003 La forte crescita di contenuti multimediali da distribuire in ambito territoriale sta rafforzando la diffusione di apparati e architetture specifiche per la gestione di contenuti. Al complesso di queste tecnologie si fa riferimento come soluzioni per il content networking. Fortemente interessate da questa evoluzione sono le infrastrutture specifiche per l’ambito geografico e aree più particolari come quelle dei data center di nuova generazione.

Un content delivery network è, in sostanza, un’architettura che consente di ottimizzare la richiesta e la fruizione di grandi volumi di dati e contenuti, semplici o multimediali, dallo streaming video di qualità televisiva alla grafica, dagli aggiornamenti software molto pesanti ai file di grosse dimensioni. In pratica, i meccanismi di content networking permettono di distribuire i file con contenuti, anche multimediali, fra server all’interno di una server farm o vicino all’utente, e di ridirigere le richieste di quest’ultimo verso la sorgente migliore. Un altro utilizzo è quello inerente la distribuzione ottimale dei flussi in rete, mediante l’adozione di tecniche di multicasting e QoS (Quality of Service), cosa questa che permette di trasmettere le informazioni nel modo più veloce ed efficiente possibile, compatibilmente con la qualità delle risorse trasmissive a disposizione.

Un mercato in ascesa

Applicazioni che trovano su un’infrastruttura di content networking l’ambito naturale sono, ad esempio, quelle di e-learning, di ottimizzazione di siti Web, accelerazione dei data center, video streaming interattivo, comunicazioni aziendali, video chioschi o e-health, per la distribuzione di informazioni mediche o la telediagnostica.
L’interesse crescente per soluzioni di content delivery networking è confermato da previsioni di mercato. Gartner (una delle poche società che si spinge ancora a fare previsioni oltre i due o tre anni) prevede che per il 2006 applicazioni di video live e video-on-demand interesseranno l’80% del mondo enterprise, mentre una pari percentuale di aziende avrà applicazioni di multicast Ip in rete.

La forte crescita di contenuti evoluti è, poi, alla base delle previsioni di Idc per il mercato del content caching a livello di periferia delle reti trasmissive, un altro dei settori coinvolti nelle applicazioni di content networking. La società di analisi prevede, infatti, che la crescita media del mercato europeo, da qui al 2006, si attesterà intorno al 55% annuo per quel che riguarda i prodotti e intorno al 43%, sempre in ambito europeo, per quel che attiene ai fatturati. È in questo scenario di mercato che si è posizionato il recentissimo annuncio di Cisco relativo alla di-sponibilità di nuovi Content Engine Network Module per i propri Router della Serie 2600, 3600 e 3700, che sono in grado di distribuire i contenuti in modo integrato all’interno di un router.

L’altro settore in cui Cisco non nasconde di nutrire un profondo interesse è quello dei data center, segmento al quale ha indirizzato di recente nuovi prodotti e architetture certificate, che si aggiungono a un già nutrito portafoglio di soluzioni di content networking dedicate all’ottimizzazione delle server farm.
Le soluzioni annunciate consentono la creazione di data center virtuali distribuiti, in grado di supportare applicazioni mission-critical e aumentare il grado di disponibilità e prestazioni della rete anche in presenza di particolari condizioni di sovraccarico del sistema o di malfunzionamenti parziali del sito.

Data center “virtuali”

I due nuovi dispositivi sono Gss (Global Site Selector) 4480, un’appliance che bilancia il traffico fra data center distribuiti, e Css (Content Services Switch) 11501, di fascia entry level, in grado di supportare servizi di livello 4-7 anche in piccole server farm applicative che supportano utenti Internet, intranet ed extranet. Cisco ha poi esteso le funzionalità delle proprie appliance di accelerazione Ssl (Secure socket layer), per renderle conformi ai criteri Fips (Federal Information Processing Standard). Gli apparati rilasciati per gli ambienti delle server farm, fanno parte di una strategia della società che permette la realizzazione di soluzioni distribuite dotate di funzioni di business continuity e disaster recovery. Il 4480 agisce, in pratica, come dispositivo di comando e controllo centralizzato del sistema e utilizza le funzioni di controllo Dns (Domain name system), per indirizzare le richieste dell’utente verso la risorsa migliore, sia dal punto di vista geografico che locale. La strategia di Cisco, ci ha illustrato Danilo Ciscato, direttore mercato e nuove tecnologie della società in Italia, è poi volta a portare sulle apparecchiature di fascia bassa i servizi di livello oltre il 3, dal 4 al 7, sinora disponibili esclusivamente su piattaforme di fascia enterprise.


In questa strategia rientra l’annuncio dello specialista di networking relativo all’estensione delle funzioni layer 4-7, già presenti negli switch della Serie Css 11500, al nuovo Content Switch di fascia entry level Css 11501 a configurazione fissa, pensato per data center di medio-piccole dimensioni. L’apparato è equipaggiato con lo stesso software dei dispositivi di fascia più alta Css 11503 e Css 11506.

“Gli annunci e gli sviluppi nel segmento del content delivery networking e per ambienti data center fanno parte di una strategia di Cisco volta a rispondere alle necessità delle applicazioni aziendali che, per la maggior parte sono basate su Web – ha commentato Ciscato -, con contenuti ed esigenze geografiche molto pesanti e la conseguente necessità di ottimizzare l’uso della banda trasmissiva”.

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