Consumatori contro il Rfid?

Una ricerca di Capgemini evidenzia le preoccupazioni dei cittadini europei riguardo la privacy.

La nuova tecnologia per l’identificazione prodotti suscita sentimenti contrastanti, dettati soprattutto dalla mancanza d’informazione.


Questo è quanto emerge da una recente ricerca Capgemini, condotta su più di 2.000 consumatori in Inghilterra, Francia, Germania e Olanda e con oggetto il Rfid, riconoscimento a rafdio frequenza.


Il 59% degli intervistati giustifica la propria diffidenza verso il Rfid con il timore che i tag possano permettere a estranei di accedere ai propri dati personali, mentre il 55% sospetta che le aziende risalgano attraverso tali etichette ai consumatori.


Un 39% teme, inoltre, che l’utilizzo di questa tecnologia possa provocare un aumento dei prezzi.


Non mancano tuttavia i fiduciosi, che affermano di essere disposti ad acquistare prodotti dotati di etichette intelligenti qualora servissero a ridurre i furti d’auto (70%), a recuperare tempestivamente oggetti rubati (68%) e a fornire maggiori garanzie sui farmaci (63%).

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