
Dopo Canon è la volta di Lexmark commentare un’indagine europea (di Ipsos) sul malvezzo delle stampe inutili. In Italia si buttano via quasi 300 milioni di euro.
Secondo una ricerca condotta da Ipsos Global e resa nota da Lexmark, le aziende italiane sprecano decine di migliaia di euro all’anno a testa in costi di stampa evitabili.
La ricerca ha rivelato che, in media, 19 miliardi e mezzo di pagine stampate negli uffici italiani (cioè il 17% del totale del volume nazionale di 115 miliardi di pagine l’anno) non sono mai utilizzate: rimangono nella stampante, nella fotocopiatrice, oppure finiscono direttamente nel cestino.
Il dato quantifica un costo combinato per le aziende italiane di oltre 287 milioni di euro. I costi a cui la ricerca condotta da Ipsos ad aprile di quest’anno (in Italia, Germania, Francia, Spagna e Regno Unito) fa riferimento sono quelli medi di una pagina stampata in bianco e nero, cioè un centesimo di euro. Il volume di carta maldestramente utilizzata corrisponde a più di 846mila alberi di medie dimensioni.
La ricerca dice che in Italia l’8% del personale d’ufficio stampa fino a 50 pagine al giorno, mentre il 4% raddoppia. L’11% dei dipendenti italiani afferma di stampare tutto quello che riceve, mentre il 26% è abituato a stampare i messaggi di posta elettronica semplicemente per leggerli.
Le aziende tedesche sarebbero le più virtuose, sprecando solo il 6% della carta stampata, la metà di quanto fanno gli spagnoli, che poco oculatamente gettano alle ortiche il 12% delle stampe.
Nell’occasione della presentazione della ricerca, Lexmark ha evidenziato la necessità di iniziative per la riduzione dei costi e degli sprechi nella stampa, basate su tecnologia multifunzione e soluzioni di consulenza che facciano l’analisi del Tco (Total Cost of Ownership) e consentano ad una azienda di dimensioni medio grandi di ottimizzare la gestione dei flussi documentali per risparmiare un quinto dei costi attualmente sostenuti.