Conservazione dei dati: per la Ue la direttiva non è valida

La Corte di Giustizia Ue ha annullato la direttiva approvata nel 2005: è andata oltre i diritti fondamentali. Schulz: serve una nuova proposta coerente con i principi europei, da presentare al mondo.

La Corte di giustizia europea ha annullato la direttiva europea per la conservazione dei dati.
La
norma obbliga i fornitori di servizi di comunicazioni elettroniche,
come gli operatori di telefonia mobile, a conservare alcuni dati degli
utenti, tra cui l’orario di una telefonata o il numero chiamato.

Si è riscontrato che, nonostante un legittimo interesse pubblico
nella lotta contro forme gravi di criminalità e garantire la sicurezza
pubblica, il legislatore dell’Unione ha oltrepassato i limiti imposti dal rispetto del principio di proporzionalità, alla luce della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione.

Che fare adesso
Per il Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz «Il
giudizio di oggi deve essere attentamente esaminato e la Commissione
europea dovrà presentare una proposta che indirizza il giusto equilibrio
tra i legittimi interessi in gioco
».
Ogni nuova proposta dovrà rispettare le garanzie previste dalla Carta dei diritti fondamentali.

Per Schulz si deve, in particolare, «prevedere
un elevato livello di protezione dei dati, essenziale nell’era
digitale, evitando così interferenze sproporzionate con la vita privata
dei cittadini . È solo sostenendo i più alti standard su tali questioni a
casa nostra che possiamo proiettare i nostri valori comuni al mondo
».

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