Con ottobre, parte il Sistri per i rifiuti pericolosi

Il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, ha incontrato le imprese coinvolte: il sistema elettronico di tracciabilità della spazzatura scatterà il primo ottobre

Partirà, davvero, sarà la volta buona? E magari senza intoppi? Stiamo parlando del funambolico Sistri, il sistema elettronico per la tracciabilità dei rifiuti. Funambolico perché finora è sempre riuscito a eludere tutte le previsioni, senza mai andare realmente in scena. L’ultimo passo, in questi giorni, è stato del ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, che ha incontrato le associazioni delle imprese coinvolte. Come stabilito dal decreto legge approvato il 26 agosto dal Governo, il Sistri debutterà il primo ottobre, ma soltanto per le aziende che trasportano e smaltiscono i rifiuti pericolosi. Passeranno altri sei mesi e a marzo scatterà l’analogo obbligo anche per i produttori iniziali di tali rifiuti. «Dopo avere esplorato tutte le alternative e non avendo alcuna possibilità di risolvere il contratto che impegna la pubblica amministrazione con la Selex, abbiamo deciso di evitare un ennesimo rinvio del Sistri», ha spiegato il ministro Orlando. Ammettendo di dover affrontare una “difficile eredità”, il Sistri appunto, che si è caratterizzato per i costi elevati, la farraginosità del sistema, le lamentele delle aziende, i malfunzionamenti delle tecnologie impiegate, il contestato appalto del servizio alla Selex.

Secondo il titolare del dicastero, il decreto legge ha apportato una “robusta semplificazione” delle norme, consentendo così di rilanciare il progetto anche grazie al nuovo Tavolo tecnico, coordinato direttamente dal ministero, che dovrà accogliere le proposte di modifica provenienti dagli operatori. Il Sistri è nato per volontà di due ministri di altrettanti Governi (Alfonso Pecoraro Scanio e Stefania Prestigiacomo, accesa sostenitrice dell’idea concepita dal suo predecessore), con l’obiettivo di combattere i traffici illegali di rifiuti delle ecomafie. Dovrebbe funzionare così: controllare via satellite i movimenti della spazzatura, dalle aziende che li hanno generati allo smaltimento finale nelle discariche o negli impianti di trattamento, passando per i viaggi dei camion caricati di rifiuti. Tutto sotto l’occhio teoricamente vigile del Sistri, che per seguire i rifiuti sull’intera Penisola ha bisogno di apparecchi elettronici (chiamate “smart box”, scatola nera) installati sui mezzi di trasporto, chiavette Usb dove inserire i dati in precedenza compilati sui moduli cartacei, un portale web accessibile ai carabinieri del Nucleo operativo ecologico e soprattutto tanta pazienza e denaro sprecato. Perché dalla prevista partenza nel 2010 siamo arrivati, tra un rinvio, un posticipo e una sperimentazione, a ottobre 2013. Intanto le imprese tenute a iscriversi al sistema informatico hanno già pagato l’obolo per un servizio inesistente.
Chi dovrà utilizzare il Sistri tra meno di un mese? Inizialmente saranno enti e imprese che raccolgono, trasportano e smaltiscono i rifiuti pericolosi; per i produttori iniziali (impresa, ente o professionista che genera gli scarti), invece, l’obbligo scatterà il 3 marzo 2014, salvo successiva proroga di sei mesi.

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